Sussidio revocato e beni da sequestrare per restituire quanto incassato indebitamente. Ammonta a circa 27.000 euro la somma che Ruggero Bianchi dovrà restituire all’erario, dopo aver preso per più di un anno il reddito di cittadinanza. Ruggero è il padre di Marco e Gabriele, due dei quattro presunti assassini di Willy Monteiro Duarte, il 21enne di Paliano ucciso a calci e pugni la sera fra il 5 e il 6 settembre a Colleferro, in provincia di Roma. L’evidente tenore di vita dei due ragazzi, fra vacanze di lusso, orologi d’oro, vestiti firmati e auto costose, è balzato agli occhi degli inquirenti sin dalle prime ore successive all’omicidio. Come la villa sulla collina di Colubro, frazione di Artena, dove i giovani vivono insieme ai genitori.
Avviati gli accertamenti fiscali, la guardia di finanza di Colleferro nei giorni scorsi ha rilevato come il sussidio sia stato elargito grazie a una falsa dichiarazione all’Inps. Le Fiamme gialle hanno dunque segnalato la vicenda all’istituto previdenziale, chiedendo la sospensione dell’assegno, e hanno inviato in Procura la richiesta di sequestro dei conti correnti e degli altri beni per il recupero della cifra accumulata. “Vi assicuro che i due ragazzi non sanno nemmeno cosa sia il reddito di cittadinanza”, ha detto il legale dei “gemelli”, Massimiliano Pica. Dalle verifiche era emerso che anche il padre di Mario Pincarelli – l’altro giovane in carcere con l’accusa di omicidio volontario – riceveva il sussidio, ma in questo caso pare che l’uomo ne abbia diritto, anche se va verificato in quale misura. Smentito invece qualsiasi sussidio erogato nei confronti della famiglia di Belleggia.
L’indagine sul reddito di cittadinanza, a quanto apprende Ilfattoquotidiano.it da fonti inquirenti, è legata anche alla verifica della disponibilità economica dei due fratelli e al collegamento con le 10 denunce per lesioni collezionate negli ultimi due anni. Si ritiene che i ragazzi svolgessero la “professione” di esattori per i pusher locali e che passassero le serate a recuperare i “crediti”, spesso a suon di botte e minacce. Il solo sussidio dell’Inps in capo al padre, infatti, non potrebbe giustificare uno stile di vita insostenibile con le sole cifre elargite dallo Stato. Per questo motivo i finanzieri chiederanno ulteriori verifiche sui beni nella disponibilità di tutta la famiglia Bianchi, compresi i due fratelli maggiori non interessati dalla vicenda dell’omicidio.