Con sette delibere pubblicate online nelle ultime ore, l’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) richiama le principali emittenti televisive del Paese al rispetto degli equilibri in materia di referendum e di elezioni regionali. Nei primi tre provvedimenti si ordina a Rai, La7 e Sky di adoperarsi “nell’immediato” per dare uguale spazio agli argomenti per il Sì e il No al taglio degli eletti nei tg e nei programmi di taglio giornalistico. Con le altre quattro delibere, invece, in cui è compresa anche Mediaset, l’Agcom impone di dare uguale spazio ai partiti candidati alle urne nelle 7 Regioni coinvolte, specie in questi ultimi giorni di campagna elettorale.
Per quanto riguarda il referendum, l’Authority ritiene che, nella settimana che va dal 6 al 12 settembre è stato dato maggiore spazio ai sostenitori del Sì. Nella delibera sulla Rai, si evidenzia ad esempio che il 47,9% del tempo dedicato dal Tg3 alla riduzione dei parlamentari propendeva per il Sì e il 36,6% per il No. Stessa cosa nei programmi della terza rete (39,6% contro 27,3%). Opposta la situazione a RaiNews, dove si precisa che “nonostante le azioni di riequilibrio avviate in seguito alla delibera Agcom del 9 settembre, ancora non sono stati garantiti in maniera adeguata l’equilibrio e la parità di trattamento tra le posizioni favorevoli e contrarie nei notiziari (settimana 6-12 settembre 43,9% per il Sì e 56,1% per il No; periodo 30 agosto-12 settembre 45,9 Sì, 31,9% No) e nei programmi (settimana 6-12 settembre e periodo 30 agosto-12 settembre: 37,4% per il Sì e 31% per il NO).
Non va meglio sul canale di Urbano Cairo, dove nella settimana 6-12 settembre “emerge ancora un forte squilibrio tra le posizioni favorevoli e contrarie nei programmi di La7 (51,9% per il Sì e 40,6% per il No)”. Né a Sky: per l’Agcom “emerge un forte squilibrio tra le posizioni favorevoli e contrarie nei notiziari (56% per il SI e 41,2% per il NO) e nei programmi (53,3% per il SI e 43,5% per il NO) nel canale SkyTg24“.
Capitolo a parte sono le elezioni regionali. L’accusa nei confronti della tv di Stato è di aver dato troppo spazio ai membri del governo, i quali “hanno impegnato il 47,59% del tempo sul Tg1, il 26,20% sul Tg2, il 37,95% sul Tg3 e il 62,60% su Rainews“. Per quanto riguarda Mediaset, per l’Agcom permangono alcune incongruenze sui tempi di parola dati al Pd “nel Tg4 e nei notiziari di Studio Aperto“. Situazione analoga al TgLa7, ma in questo caso nei confronti del Movimento 5 stelle, mentre a SkyTg24 vengono contestate incongruenze sullo spazio dedicato a Pd e Lega, oltre che ai membri dell’esecutivo.