Gli Stati Uniti fanno dietrofront sulle linee guida diffuse dai Centers for Disease and Control – Cdc, l’agenzia federale Usa per la tutela della salute. Nel Paese flagellato dalla pandemia, dove il Covid ha ucciso 197mila persone e dove i contagi sono 6,6 milioni, il governo il mese scorso aveva diffuso una controversa raccomandazione secondo cui i tamponi non sono necessari per le persone esposte al Covid-19 che non mostrano sintomi. Un documento “arrivato dall’alto”, ha detto una fonte al New York Times, riferendosi alla task force della Casa Bianca ed al Dipartimento della Salute, Health and Human Services (Hhs). Ma le polemiche intorno all’amministrazione Trump hanno convinto le autorità sanitarie a rivedere le linee guida sui test che devono essere effettuati su tutti coloro che sono venuti in contatto con qualcuno positivo al virus, hanno chiarito.
Polemiche sorte anche dopo una rivelazione del Washington Post, secondo cui le Poste americane ad aprile volevano inviare un set di cinque mascherine a tutti gli indirizzi residenziali negli Stati Uniti ma la Casa Bianca ha bloccato l’iniziativa per timore di creare panico.
La raccomandazione sui tamponi – A pubblicare le contestate direttive è stata l’amministrazione Trump “nonostante le forti obiezioni” degli esperti medici. Secondo documenti e fonti interne a cui ha attinto il New York Times, tuttavia, questa linea guida non è stata formulata dagli scienziati del Cdc, che al contrario spingevano per fare più test sulla popolazione. Funzionari americani hanno detto al Nyt che il documento è stato “riscritto dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani” non rispettando il “rigoroso processo di revisione scientifica dell’agenzia”. La bozza, infatti, ha avuto circa 20 revisioni da parte degli esperti, tutte ignorate. Un funzionario senior del Cdc ha spiegato che gli scienziati non hanno “avuto la capacità di apportare modifiche sostanziali” ad un documento che conteneva raccomandazioni “incoerenti”. E fonti dell’amministrazione hanno detto al Nyt che il documento pubblicato è stato comunque rivisto con il contributo del direttore della Cdc, Robert R. Redfield.
Il caso fornisce ulteriori prove dell’ingerenza dell’amministrazione Trump nei confronti delle istituzioni scientifiche preposte esclusivamente alla tutela della salute dei cittadini. Durante la crisi sanitaria, infatti, il presidente non ha evitato pressioni neanche alla Fda, sollecitandola a promettere un eventuale iter accelerato per il vaccino, obiettivo in cima all’agenda per garantirsi la rielezione. “Suggerire che le persone asintomatiche non abbiano bisogno di test è soltanto un modo per diffondere ulteriormente malattie e morte”, ha detto Susan Bailey, presidente dell’American Medical Association, che lavora a stretto contatto con il Cdc.
Il caso delle mascherine – Il Washington Post cita alcuni documenti, in base ai quali il US Postal Service ad aprile avrebbe voluto inviare 560 milioni di mascherine di cotone riutilizzabili ma l’amministrazione ha bloccato l’iniziativa. “C’era il timore che creasse preoccupazione e panico”, spiegano alcune fonti della Casa Bianca.