La Sicilia crea una nuova zona rossa. È allarme Covid, infatti, in una delle realtà sociali più delicate di Palermo, dove la tensione è già a livelli critici. Le quattro strutture della missione “Speranza e Carità” di Biagio Conte sono da ieri sera off limits e i quasi 900 ospiti, adesso costretti all’interno, saranno tutti sottoposti a tampone. Con un’ordinanza il governatore Nello Musumeci ha disposto l’isolamento delle strutture per i bisognosi che saranno adesso presidiate dalle forze dell’ordine.

Una chiusura che ha creato forti tensioni all’interno, soprattutto della struttura di via Decollati, vicino alla Stazione di Palermo, dove trovano riparo 700 persone, soprattutto migranti. Il responsabile, frate Giovanni, è stato ricoverato con polmonite e anche un altro missionario è in ospedale. Mentre 28 sui 33 risultati già positivi si sono rifiutati di andare nel Covid–Hotel San Paolo previsto per la quarantena obbligatoria. “Quando ieri è arrivato il provvedimento della Regione non c’è stato tempo per spiegare loro con calma cosa stesse succedendo, la tensione era inevitabile, sono persone che riescono a racimolare qualcosa con lavori da ‘invisibili’, loro unica possibilità per inviare soldi a casa, dove altrimenti le loro famiglie potrebbero morire di fame. Situazioni molto critiche”, spiega Riccardo Rossi, uno dei più attivi collaboratori della Missione di Biagio Conte.

Una situazione molto delicata quella del focolaio nel capoluogo siciliano, scoppiata quando dalla stessa missione, monitorata dall’Asp già dal 16 settembre con 4 squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), hanno chiesto aiuto alle istituzioni. Finora sono stati fatti 328 tamponi, di cui 162 stamattina, il risultato si saprà in serata, mentre dei primi 54 tamponi fatti dal 16, in 33 sono risultati positivi più uno dubbio. L’alta percentuale di positivi ha fatto scattare l’allarme ma è stato il rifiuto dei 28 (tre hanno accettato) ad essere trasferiti nel Covid–hotel a creare la necessità di attivare la zona rossa per tutte e 4 le strutture della missione.

A risultare positivi anche alcuni missionari, come fanno sapere dalla comunità di Biagio Conte: “La Missione ringrazia chi in queste ore sta facendo qualcosa, come il Comune, la Regione, le Forze dell’ordine, l’Asp, e Medici Senza Frontiere. Comprendiamo che è necessario che si uniscano tutte le forze possibili per trovare le soluzioni per aiutare la Missione e tutta la città”. Intanto l’Asp di Palermo ha distribuito un centinaio di mascherine ffp2. A garantire i pasti per gli ospiti sarà, invece, il Comune di Palermo. Si attende adesso con ansia il risultato degli altri tamponi. Il Covid–hotel San Paolo può ospitare fino a 140 persone e aveva già 70 migranti, alcuni di questi saranno trasferiti, ma se il numero dei contagiati dovesse essere in linea con i primi tamponi sarà impossibile prevedere l’isolamento degli ospiti di Biagio Conte nell’ex struttura alberghiera.

Una situazione di alta criticità che ha spinto il sindaco Leoluca Orlando a chiedere l’intervento del governo centrale: “Il tasso di positività è di oltre il 60% in una situazione di grave rischio sanitario”, ha sottolineato il primo cittadino. E anche i missionari chiedono aiuto: “I pochissimi volontari sono allo stremo delle forze – ribadiscono dal centro palermitano – e continuano a darsi da fare, cercando di essere attenti ma chiediamo di continuare ad aiutare la Missione con tutti gli aiuti possibili, anche attraverso una parola buona. Chi sente di farlo faccia una preghiera a Dio perché aiuti tutti”.

Foto dal sito della missione “Speranza e Carità”

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