La scena immortalata nel murales "La congiura di palazzo" apparso quest'oggi sul muro di un ponte dei Navigli a Milano. L'opera è dell'attivista Cristina Donati Meyer ed è una rivisitazione della celebre "Morte di Cesare" di Vincenzo Camuccini
C’è il premier Giuseppe Conte nei panni di Giulio Cesare e ci sono i due Matteo, Renzi e Salvini, nei panni dei congiurati, che gli puntato i coltelli alla gola. Il tutto sotto lo sguardo e la regia dell’ex senatore Dennis Verdini. È la scena immortalata nel murales “La congiura di palazzo” apparso quest’oggi sul muro di un ponte dei Navigli a Milano. L’opera è dell’attivista Cristina Donati Meyer ed è una rivisitazione della celebre “Morte di Cesare” di Vincenzo Camuccini (conservata a Napoli, Museo di Capodimonte). Una provocazione arrivata proprio nel primo giorno in cui si vota per il referendum sul taglio dei parlamentari e, in alcune Regioni, anche per le elezioni regionali.
“Nel caso in cui dovesse prevalere il ‘no’ – ha spiegato l’artista in una nota – auspicato soprattutto dalle formazioni di destra, e le elezioni amministrative-regionali dovessero consegnare un quadro deludente per il centrosinistra e i 5 Stelle, sarebbero molti i senatori ad alzare i coltelli, brandendoli contro il premier Conte. Tra questi, sicuramente i due Matteo, Renzi e Salvini, il primo interessato a una legge elettorale ‘salva cespugli’, il secondo a correre all’incasso delle urne nazionali”.
Il riferimento storico è alla celebre congiura ordita da Pompeo contro Giulio Cesare, avvenuta il 15 marzo del 44 a.C. per mano di un gruppo di circa venti senatori dell’allora impero romano che si consideravano custodi e difensori della tradizione e dell’ordinamento repubblicani. Fomentati da Pompeo, uccisero così Giulio Cesare, accusandolo di volersi autoproclamare re di Roma.
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