Mike Pompeo scende in campo contro gli accordi tra il Vaticano e la Cina per l’accordo sulla nomina dei vescovi. “Due anni fa la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito comunista cinese nella speranza di aiutare i cattolici in Cina. Ma l’abuso del Partito comunista cinese sui fedeli è solo peggiorato”, avvisa il segretario di Stato americano in un tweet. A suo avviso, il Vaticano “metterebbe in pericolo la sua autorità morale se rinnovasse l’accordo”.
Le parole di Pompeo arrivano alla vigilia della visita a Roma, prevista il 29 settembre. In quella sede, il diplomatico statunitense tenterà di intervenire sul rinnovo. Ma la disponibilità del Vaticano pare essere alta e la Santa Sede attende una risposta a metà ottobre, quando scadranno i due anni dal precedente accordo.
“Il Dipartimento di Stato è una voce forte per la libertà religiosa in Cina e nel mondo. Continueremo a farlo e a essere a fianco dei cattolici cinesi. Chiediamo al Vaticano di unirsi a noi”, ha aggiunto Pompeo. In tarda serata e poi tornato a twittare: “Nessun regime reprime la fede su ampia scala più del Partito comunista cinese. Oltre un milione di uiguri e altri musulmani sono stati costretti in campi di internamento, soggetti a sorveglianza, torture, aborti forzati e sterilizzazioni, tutti nell’ambito della guerra che va avanti da decenni del Partito comunista cinese alla fede”.
Il segretario di Stato americano aveva già espresso il suo pensiero sul sito conservatore First Things. In un suo intervento, Pompeo aveva detto che a suo avviso se il Partito comunista cinese “riuscirà a mettere sull’attenti” la Chiesa cattolica “i regimi che disdegnano i diritti umani saranno rafforzati”.