L’avvento di Fortnite lo ha probabilmente messo in secondo piano, ma il genere dei Battle Royale in cui decine di giocatori sono catapultati sulla stessa mappa ed a vincere è solamente l’ultimo giocatore, o l’intera squadra, che resta in vita in stile Hunger Games, deve la sua fortuna mediatica e la propria diffusione a un altro titolo: PlayerUnknown’s Battlegrounds. Abbreviato ufficialmente come PUBG, il titolo è stato sviluppato da Blu Hole, azienda sudcoreana oggi detenuta per l’1,5% dal colosso cinese Tencent, e ideato da Brendan Greene per essere rilasciato ufficialmente il 20 dicembre 2017. Nonostante fosse, ed è tuttora, a pagamento, PUBG ottenne un successo e una diffusione immediata grazie allo stile fresco e a una grafica realistica, caratteri che altri titoli Battle Royale prima di PUBG non avevano. Negli anni successivi Fortnite ha senza dubbio rallentato la crescita di PUBG ma l’azienda non ha mai pensato di demordere, costruendosi una propria identità e affermandosi tra i giocatori più esigenti. Trovata la propria collocazione nel mondo del gaming, PUBG ha iniziato a costruire il proprio ecosistema competitivo nel mondo esports, trovando grande seguito soprattutto in oriente. Ma la mossa più importante riguarda la sua versione mobile che questa estate ha lanciato ufficialmente il proprio circuito mondiale.
Progettata per portare una nuova competizione globale per giocatori e tifosi, la prima e speciale stagione della World League di PUBG Mobile, denominata Season 0, ha rivelato un formato costruito appositamente per essere disputato interamente online a causa delle restrizioni dovute all’emergenza pandemica del Covid-19. A raccontare la Stagione Zero della PMWL – PUBG Mobile World League è stato James Yang, Direttore della sezione Esports Globale: “Abbiamo cominciato il 2020 con la Pro League, un passo per noi importante perché, fin dal 2018, abbiamo messo in primo piano il sistema competitivo partendo dai giocatori amatoriali fino ai professionisti del settore. Abbiamo lanciato la Pro League per il Sud-Est Asiatico includendo Malesia, Indonesia, Vietnam, Thailandia e Taiwan. Un percorso simile anche per la Pro League americana, slittata da maggio a giugno a causa dell’emergenza coronavirus che ci ha costretto a modificare i nostri eventi da offline, così come erano stati pensati in origine, a online. E lo stesso abbiamo deciso di fare per la World League.”
Una sfida nella sfida: costruire e presentare al mondo l’esports di PUBG Mobile in piena emergenza sanitaria da pandemia. E non sono mancate le voci che consigliavano di abbandonare questa strada, come ha rivelato lo stesso Yang: “Alcuni mesi fa eravamo indecisi sul da farsi: la pandemia si stava diffondendo sempre più ed eravamo propensi a rinunciare ai nostri progetti. Abbiamo tuttavia deciso di proseguire ugualmente e prenderci i nostri rischi per venire incontro ai nostri giocatori e appassionati che chiedono a gran voce una struttura competitiva di alto livello. Per noi è una sfida ulteriore: l’abbiamo accettata e la vogliamo superare. Non posso negare che la pandemia ha avuto un risvolto positivo: ci ha permesso di crescere, di fermarci un attimo e comprendere come agire per il meglio con il nostro pubblico.”
L’intero ecosistema esports di PUBG Mobile vanta un montepremi complessivo di 5 milioni $ divisi fra le varie regioni e i numerosi tornei in tutto il mondo. La stessa app ha presentato all’interno una sezione dedicata interamente alla scena competitiva con l’obiettivo di indirizzare l’interesse dei giocatori, anche i più casual, verso la componente esports. Nel 2019 PUBG Mobile era anche stato inserito nel circuito della competizione mondiale Vodafone 5G ESL Mobile Open con finali mondiali disputate in Italia in occasione della Milan Games Week. Oggi PUBG Mobile fa inoltre parte del circuito del Red Bull M.E.O., insieme a Hearthstone e Teamfight Tactics, il più importante circuito mondiale per giocatori di smartphone e tablet.
È chiaro come PUBG Mobile, ancora più che la versione “statica”, stia diventando il vero cavallo di battaglia di Blu Hole. I motivi li spiega ancora James Yang: “Molte persone non considerano il mobile esports come un vero esports. Sono convinti che sia solamente una sottocategoria dei titoli per PC ma io in realtà credo che il mobile esports sta crescendo sempre più e può ormai vantare un impatto significativo. Sono convinto che, prima o poi, il mobile esports sarà universalmente riconosciuto come esports di primo piano: non c’è un reale motivo per distinguere l’esports mobile da quello non-mobile. In questo periodo di quarantena poi molte persone hanno bisogno di avere contenuti da guardare, anche i più importanti eventi di gaming competitivo. Noi stiamo cercando di differenziarci dagli altri e il nostro vantaggio risiede nella mobilità, nell’accessibilità e nel lifestyle.”
Il mobile esports diventerà mainstream? Per comprenderlo è sufficiente leggere i numeri del mercato. Secondo i report di Newzoo nel 2019 il mobile gaming, diviso tra smartphone e tablet, è stato il dominatore assoluto dei ricavi del settore gaming, rispettivamente con il 36% e il 9% del mercato: insieme formano un colosso da 68,5 miliardi $, di cui il 54,9% arriva dagli smartphone. Un trend che non sembra modificarsi, almeno secondo le successive stime di Newzoo effettuate fino al 2022. Il mobile gaming è destinato a raggiungere i 95,4 miliardi $ di ricavi fra tre anni con un tasso annuo di crescita dell’11,3% e la sua percentuale del mercato che salirebbe dal 45% di oggi al 49% del 2022, quasi la metà del totale. Ad aumentare sarà anche la percentuale, all’interno del mobile gaming, che gli smartphone rosicchieranno ai tablet. Merito, volente o nolente, di paesi e mercati emergenti che avranno più facilità nell’avere a disposizione uno smartphone piuttosto che qualsiasi altro device.
La PUBG Mobile World League Season Zero ha potuto vantare da sola un montepremi di 850.000 $ con la partecipazione di 40 team, 20 per il girone orientale, la East League, e altrettanti per il girone occidentale, la West League. La corona dei trionfatori nelle rispettive leghe è andata al team indonesiano Bigetron Red Aliens e all’organizzazione turca Futbolist. Oltre la competizione in sé, eccellente è stata la risposta del pubblico: le finali hanno raggiunto un picco di 1,1 milioni di spettatori simultanei, infrangendo ogni record precedente dell’esports di PUBG Mobile. Ottimo anche il dato sulle ore visualizzate dello streaming: 40 milioni nell’arco di poco meno di un mese dall’11 luglio al 9 agosto 2020.
La scelta di dividere le leghe e premiare due campioni contemporaneamente è dettata dal formato online, forzato dalla pandemia globale. James Yang ha sottolineato come PUBG Mobile abbia “investito enormi risorse nelle reti internet ma una competizione globale totalmente online è pura utopia per la tecnologia attuale. Possiamo però dividere il mondo almeno in due, dimostrando di essere pronti a portare il mobile esports a un livello superiore. Il nostro obiettivo è superare qualsiasi altro titolo mobile competitivo e sono sicuro che ci riusciremo portando il nostro prodotto e lo spettacolo che stiamo costruendo su più piattaforme possibili. Sì, anche la TV tradizionale.”
Gli appassionati, o i futuri curiosi, di PUBG Mobile non dovranno attendere molto per seguire lo spettacolo competitivo. I responsabili della sezione esports hanno già annunciato i piani per il futuro: la Season 1, che include la versione 1.0 del videogioco in uscita l’8 settembre, partirà a fine novembre. E dopo il successo della Season 0 aumenta anche il montepremi, salito a 2 milioni di dollari. Saranno invitati team di ogni regione, dall’America all’Europa, dall’Asia del Sud fino alla Cina, passando per Medio Oriente e Sud-Est Asiatico. Con un title sponsor d’eccezione: Qualcomm Technologies, leader mondiale delle tecnologie wireless che sta preparando la propria espansione nel mondo del 5G e del mobile gaming. Chi sarà invece probabilmente escluso dalla corsa saranno i team di New Delhi: il 3 settembre il governo indiano ha bandito nel paese 118 app cinesi in risposta all’escalation di attriti con il governo di Pechino. Incluso PUBG Mobile, l’app più scaricata in India nella sezione gaming.