Nelle sette regioni che eleggevano il governatore affluenza media del 52: n Veneto ha votato oltre il 60% (quattro punti in più rispetto a cinque anni fa), in Liguria il 53% (3 punti in più), 63% in Toscana, Marche al 59, Puglia al 56, Campania al 55
Poco più di un elettore su due è andato a votare per il referendum costituzionale. Sono i dati sull’affluenza pubblicati sul sito del Viminale: per esprimersi sul taglio dei Parlamentari è andato alle urne il 53,8% degli aventi diritto. Più o meno la stessa percentuale rilevata alle regionali – poco sotto il 57 – ma calcolata solo su Campania, Liguria, Puglia e Veneto: nelle altre tre regioni in cui si vota – Valle d’Aosta, Marche e Toscana – i dati non vengono comunicati dal Ministero dell’Interno. Difficile fare paragoni con l’affluenza del passato visto che nel 2016 – per l’ultimo referendum costituzionale che fu bocciato – si votò in un solo giorno e in generale le elezioni su due giorni non avvenivano dalle politiche del 2013. Gli italiani erano chiamati a pronunciarsi sulla riduzione del numero dei parlamentari, per le regionali, le amministrative e per le per le Suppletive del Senato in Sardegna (Collegio uninominale Sardegna 03) e Veneto (Collegio uninominale Veneto 09) .
Sette Regioni alle urne – Sette regioni erano chiamate a eleggere il governatore e i consiglieri: sono la Valle d’Aosta, la Liguria, la Toscana, il Veneto, le Marche, la Campania e la Puglia. Hanno coinvolto 18.471.692 elettori e ovviamente sono quelle che hanno fatto registrare i picchi più alti di affluenza. In Veneto ha votato oltre il 61% per le regionali (cinque punti in più rispetto a cinque anni fa) e il 68 per il referedum, in Liguria ha votato per il governatore il 53% (+3 rispetto al 2015) e il 59 sul taglio dei parlamentari. In Toscana hanno partecipato al voto per il consiglio regionale il 63% (cinque anni fa era il 48), due punti in più rispetto a quelli che hanno votato al referendum. Le stesse percentuali si fermano rispettivamente al 59 e al 66 nelle Marche, dove nel 2015 l’affluenza delle regionali si era fermata al 49. Più bassa in Puglia: il 62% è andato a votare sul taglio dei parlamentari il 56 alle Regionali (quattro punti in più rispetto al 2015). In Campania l’affluenza si ferma al 55 per le regionali (4 punti in più rispetto all’ultima tornata) e al 61 per il referendum. In Val d’Aosta alle urne è andato il 68%, con il 73 che ha chiesto pure la scheda per il referendum. Tra le Regioni che a questo giro non eleggono il governatore da segnalare il 71 del Trentino Alto-Adige (dove però si votava per i due capoluoghi) e il 55% dell’Emilia Romagna. In Lombardia il dato si ferma al 52% mentre nel Lazio poco oltre il 46. In generale le Regioni che hanno disertato maggiormente le urne sono la Sardegna e la Sicilia, dove solo poco più del 35% degli elettori è andato a votare: poco più della metà rispetto alla media del resto del Paese.
I comuni al voto – Le elezioni amministrative, invece, si tengono in 957 Comuni. Le capoluogo Bolzano e Trento fanno registrare il 45% di affluenza, mentre Venezia sfiora il 62. Invece a Reggio Calabria, altra città chiamata ad eleggere il sindaco, sono andati a votare il 67 percento degli aventi diritto. Gli altri capoluoghi di provincia chiamati al voto sono Mantova (61%), Lecco (64%), Arezzo (47, ore 23), Macerata (65%), Fermo (67), Chieti (65%), Andria (67), Trani (68), Matera (70%), Crotone (67%), e Nuoro.