Televisione

Enrico Brignano: “Sì, si può già ridere di mascherine, virologi e lockdown. Saper sdrammatizzare tutto”

Il comico romano si racconta a FQMagazine. Dedicherà ampio spazio all'argomento all'interno del suo nuovo show televisivo “Un'ora sola vi vorrei”, in onda da martedì 22 settembre in prima serata su Rai2: "Parlerò della quotidianità, della società in cui ci troviamo, del momento difficile che viviamo, ma attraverso le mie lenti ironiche, deformanti, che mettono un po' alla berlina certi comportamenti"

di Giulio Pasqui

Si può già ridere di mascherine, virologi e lockdown? Sì, secondo Enrico Brignano: “Bisogna saper sorridere di tutto, per alleggerire e sdrammatizzare anche i momenti più difficili”. E il comico romano dedicherà ampio spazio all’argomento all’interno del suo nuovo show televisivo “Un’ora sola vi vorrei”, in onda da martedì 22 settembre in prima serata su Rai2. Un one man show inedito dalla durata di un’ora con monologhi graffianti sull’attualità, ospiti e la musica di una Resident Band.

“Un’ora sola ti vorrei” è il suo nuovo show. Com’è tornare su un palco importante dopo tutto quello che è accaduto negli ultimi mesi?
“Lo farò a modo mio: parlerò della quotidianità, della società in cui ci troviamo, del momento difficile che viviamo, ma attraverso le mie lenti ironiche, deformanti, che mettono un po’ alla berlina certi comportamenti. Non per sminuire i problemi, ma per imparare a esorcizzarli ridendone”.

Quanto è importante ridere in un momento come questo?
“Fondamentale come sempre, più di sempre”.

Ha detto che scherzerà su virologi, positività e mascherine: non è troppo presto, dato che la pandemia non è ancora terminata?
“Bisogna saper sorridere di tutto, per alleggerire e sdrammatizzare anche i momenti più difficili. L’ironia e l’autoironia elevano le persone e aiutano ad andare avanti per provare a immaginare un futuro diverso”.

L’annuncio del film “Lockdown all’italiana” di Enrico Vanzina, per esempio, ha scatenato numerose polemiche. Qual è il suo punto di vista?
“Io sono convinto che, in generale, per l’animo umano sia fondamentale provare a esorcizzare paure e timori anche attraverso la risata. Ovviamente sempre nel rispetto dell’altro”.

“Un’ora sola ti vorrei” durerà solo un’ora. Si tratterebbe di una scelta in controtendenza con la tv di oggi, dove i programmi finiscono a notte fonda. Com’è stata presa questa decisione?
“Ho sempre fatto spettacoli molto lunghi. Questa volta sono stato sfidato a raccontare tutto in un’ora. Ho detto: ‘ce la posso fare’. È un progetto molto stimolante per me”.

Lo share verrà penalizzato?
“Allo share penso poco, perché in un’ora non farò in tempo ad accumulare una percentuale significativa rispetto ai miei competitor, che in due-tre ore raggiungeranno sicuramente numeri più alti. Quello che mi interessa è divertirmi e divertire il pubblico. E magari non tanto sapere la percentuale ma il numero di persone che si sintonizzeranno”.

Quali sono le difficoltà nel mettere in scena uno show del genere in epoca di distanziamento sociale?
“A parte utilizzare mezzi di comunicazione alternativi con i miei autori, il mio modo di lavorare non è cambiato. Il lockdown ha solo offerto materiale in più per fare ironia”.

Il pubblico sarà presente? L’assenza di pubblico per un comico dev’essere tosta…
“Avremo il pubblico in studio che sarà presente in totale sicurezza e nel rispetto di tutte le disposizioni. Per me i è molto importante lo scambio, il ritmo, le risate, gli applausi, la forza che mi trasmette. Il pubblico è il mio sostegno, sempre e comunque”.

C’è stata una polemica da parte degli spettatori che avevano comprato il biglietto per vedere questo spettacolo a teatro, che è stato rimandato al 2021 causa Covid (infatti i biglietti non sono stati rimborsati ma solo “congelati”). Cosa vuole dire a chi voleva venire a vederlo a teatro?
“Che non li ho traditi, che lo spettacolo televisivo in 5 puntate non c’entra nulla con quello teatrale, ha in comune con esso solo il titolo è l’ispirazione, ovvero la riflessione sul tempo. I biglietti sono stati congelati perché stanno riprogrammando le date: io quegli spettacoli ho tutta l’intenzione di farli. Se anche gli spettatori hanno ancora voglia di venire a vedermi… aspettatemi, sto facendo di tutto per arrivare”.

Ha detto: “Se continuiamo ad andare al Billionaire, gli spettacoli live li facciamo nel 2026”. Secondo lei è stato sbagliato aprire le discoteche quest’estate?
“Io credo che non sia giusto abbassare la guardia, dobbiamo stare attenti ora più che mai”.

Lei quest’estate ha lavorato? La sua categoria andava tutelata di più?
“Il discorso sarebbe lungo. Dico solo che quello del teatro è stato un problema non affrontato già prima del Covid, dai diritti dei lavoratori dello spettacolo alle regolamentazioni. Oggi, i piccoli teatri stanno morendo e i grandi sono in ginocchio. La prospettiva è davvero poco positiva. La tv è diversa, va avanti con restrizioni, ma va avanti; è dura, ma penso che ce la farà. Per il cinema il discorso è difficile, ma un po’ meno scoraggiante. Il problema vero sarà far tornare il pubblico in sala. Speriamo in una ripresa”.

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