Il giudice per le indagini preliminari di Perugia. Lidia Brutti, ha disposto la trascrizione di tutte le intercettazioni telefoniche e telematiche al centro dell’inchiesta della procura di Perugia che coinvolge l’ex consigliere del Csm Luca Palamara. Comprese quelle con il trojan che riguardano colloqui con i parlamentari. La decisione è stata rese nata nell’udienza di oggi. Il giudice, lo scorso luglio, era stato chiamato l’eventuale trascrizione di oltre 200 intercettazioni telefoniche dell’ex presidente dell’Anm, al centro di un’inchiesta per corruzione che ha scatenato un tsunami sul Consiglio superiore della magistratura.
C’era grande attesa sulla decisione del gip per le polemiche riguardanti gli incontri dell’ex leader della corrente Unicost con magistrati e politici e le chat pubblicate sui giornali nei mesi scorsi. L’accusa aveva chiesto di trascrivere circa 100 audio, compresi una ventina realizzati grazie al famoso trojan inoculato nel cellulare di Palamara. Altrettante sono quelle per cui sollecita la trascrizione l’ex pm romano, ora sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, e “imputato” davanti al Csm per il procedimento disciplinare. Ci sono ora agli atti anche le intercettazioni con i parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti all’hotel Champagne captate il 9 maggio 2019. In quell’incontro furono intercettati, mentre discutevano, con altri 5 consiglieri del Csm (Luigi Spina, Corrado Cartoni, Gianluigi Morlini, Paolo Criscuoli e Antonio Lepre), della futura nomina della Procura di Roma perché Giuseppe Pignatone sarebbe andato in pensione.
Il giudice ha nominato il perito che dovrà trascrivere tutte le intercettazioni ammesse sulla base delle richieste di accusa e difesa che ora entrano nel procedimento. All’udienza erano presenti il procuratore Raffaele Cantone e i pm Mario Formisano e Gemma Miliani. Il 2 ottobre inizieranno le operazioni peritali e alla prossima udienza stralcio del 13 gennaio saranno depositati i risultati. “Il gip ha ammesso tutte leiIntercettazioni sia quelle chieste da noi che quelle chieste dalla Procura – ha detto l’avvocato Benedetto Marzocchi Buratti, uno difensori di Palamara lasciando il tribunale di Perugia al termine dell’udienza- sono stati nominati due commissari della polizia scientifica di Roma e quindi le operazioni peritali si svolgeranno a Roma. Ci siamo riservati di nominare un nostro consulente tecnico. È stata stralciata la posizione del dottor Spina che nel frattempo ha definito il procedimento in altro modo”.
In quell’incontro l’ex ministro, fedelissimo di Matteo Renzi, diceva sulla nomina del capo della procura di Roma: “Io strategicamente vi darei il suggerimento di chiudere tra il 27, 28 e 29”. Aggiungendo : “Si vira su Viola, ragazzi“, riferendosi al procuratore generale di Firenze, uno dei tre pretendenti alla successione di Giuseppe Pignatone. Gli altri erano Francesco Lo Voi di Palermo e Giuseppe Creazzo, rispettivamente procuratore capo a Palermo e a Firenze. Su quest’ultimo Palamara dice che ha un “collega” (omissis) “che ha raccolto tutte queste cose in un dossier… tutte le cose che non andavano su questa inchiesta (concorsi in sanità, ndr) e su Creazzo, e su… (inc) e ha fatto l’ esposto. Quindi non è proprio…non una cazzata, voglio dì…non è passata come una cazzata”. Il riferimento è all’esposto finito alla procura di Genova contro Creazzo.
Lotti poi aveva chiesto: “Poi però a Torino chi ci va? Scusate se vi faccio ‘sta domanda”. Palamara rispondeva: “Torino secondo me è ormai aperta”. L’ex sottosegretario rifletteva: “Non so, però per me è un pizzico legata alla difesa d’ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente ve lo dico con franchezza è imbarazzante…”. Parlava anche l’ex consigliere Csm Spina: “Cioè, l’ unico che se ne va… e noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile“. Un altro interlocutore domandava: “Ma non ha fatto domanda per Torino Creazzo?“. Lotti appariva molto informato sul punto: “No, no”. “Se lo mandi a Reggio liberi Firenze“, diceva Palamara. E Lotti: “Se quello di Reggio va Torino, è evidente che questo posto è libero. E quando lui capisce che non c è più posto per Roma, fa domanda (per Reggio Calabria, ndr) e che se non fa domanda non lo sposta nessuno, ammesso che non ci sia, come voi mi insegnate a norma di regolamento un altro motivo”. L’altro “motivo” sembra essere l’esposto contro Creazzo. A un certo punto Ferri chiedeva a Palamara: “Ma secondo te poi Creazzo, una volta che perde Roma, ci vuole andà a Reggio Calabria o no, secondo voi?”. Il pm rispondeva: “Gli va messa paura con l’ altra storia, no? Liberi Firenze, no?”.