La più grande compagnia aerea d'Europa registra ancora 500 milioni di perdite al mese: rinuncerà a far volare il jumbo A380, il mega-aereo di Airbus. Ma sopratutto prevede altri licenziamenti
Altri tagli: ai velivoli come al personale. Il gruppo Lufthansa conferma che almeno 150 aerei degli originali 760 non voleranno più. La più grande compagnia aerea d’Europa ha aggiunto che il numero dei posti di lavoro a tempo pieno tagliati supererà i 22mila già annunciati. Sono queste le misure per fronteggiare la crisi causata dal coronavirus, nonostante Lufthansa abbia già goduto di un prestito garantito dallo Stato tedesco di 9 miliardi di euro.
Originalmente la compagnia pensava che per la fine dell’anno si sarebbe tornati ad un offerta di voli pari al 50% del traffico pre-crisi, ora si conta su un 20-30% rispetto al livello precedente. Handelsblatt ipotizza che i posti tagliati saranno alla fine tra i 25mila e i 26mila. Al momento infatti il gruppo brucia 500 milioni al mese, mentre all’inizio della crisi ne bruciava 700 al mese. Nell’ambito di questi tagli la compagnia rinuncerà a far volare il jumbo A380, il mega-aereo di Airbus. Sei velivoli di questo tipo saranno restituiti ad Airbus nel 2022. I restanti otto saranno ora messi fuori servizio a lungo termine. Lo stesso vale per la flotta di Airbus A340-600.
Secondo Süddeutsche Zeitung, Lufthansa stima di arrivare a un taglio di altri 5mila posti di lavoro oltre i 22mila già previsti. Per evitarlo, l’azienda vuole concordare con i sindacati un grosso numero di contratti part-time. Le trattative, riportano i quotidiani tedeschi, sono però in fase di stallo, soprattutto con i piloti. Lufthansa ha attualmente circa 130mila impiegati nel mondo.