Riaprire gli stadi con più di mille persone? “Impensabile“, secondo Agostino Miozzo, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico. “In questo momento abbiamo altre priorità, pensare di riempire gli spalti sarebbe una follia – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera – Vorrei ricordare le conseguenze drammatiche che ha avuto Atalanta-Valencia del 19 febbraio scorso”. Due giorni dopo quella partita sarebbe stato scoperto a Codogno il primo caso di Covid-19 in Italia. Al tempo non c’erano le misure di protezione e inconsapevolmente quell’incontro ha contribuito a diffondere il contagio. “Mi auguro e credo sia giusto cominciare ad aprire gradualmente gli stadi al pubblico in modo da allinearci a tutti gli altri paesi europei”, sostiene invece il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ospite di ‘Radio anch’io Sport‘ su Rai Radio1.
Come prevedibile, dopo il via libera in extremis ai mille spettatori per la prima giornata di campionato, tre deroghe e forzature, lo scontro sulla possibilità di aprire gli stadi a una parte di pubblico diventa un braccio di ferro tra le avvertenze degli scienziati e le esigenze economiche del pallone. “È giusta questa idea di graduale – dice il numero 1 della Figc – anche se di graduale non c’è nulla perché mille spettatori all’interno degli stadi sono davvero troppo pochi e lo abbiamo visto ieri. Ma comunque è importante avviare questo graduale ritorno anche per la B, la C e il mondo dei dilettanti. Il calcio è uno, deve recuperare quella presenza che è poi l’anima del calcio, senza spettatori sembra un corpo senz’anima”, dice Gravina.
Miozzo invece sottolinea come i problemi che ostacolano l’apertura degli stadi siano almeno tre. Il primo è la vicinanza tra le persone, nel momento in cui si esulta e quello in cui si protesta. Poi ci sono gli ingressi, quando ci si accalca alle biglietterie e ai varchi di accesso. Così come il deflusso. “Aprire con più di mille spettatori è in questo particolare momento impensabile – spiega – il mondo del calcio è troppo importante per il nostro Paese”. L’ultimo problema riguarda gli effetti che le graduali aperture possono portare sulla curva dei contagi e sull’indice di trasmissione Rt che bisogna mantenere sotto controllo.
“È importante seguire le esperienze degli altri Stati europei, come il Regno Unito che ha rinviato l’apertura o la Germania che ha fissato il limite per la capienza massima al 20% ma si riserva una nuova valutazione“. L’approccio deve essere prudente e riduttivo, spiega Miozzo. Anche il ministro della Salute Roberto Speranza è contrario a una riapertura completa. “Ci ricordiamo cosa è successo questa estate con le discoteche?Le Regioni sono andate in ordine sparso e alla fine il governo è stato costretto a chiudere tutto“.
Cita gli “esempi europei” anche il presidente della Federcalcio Gravina, ma dando una lettura di segno opposto: il calcio “ha dimostrato di superare quello scetticismo diffuso che non voleva farlo ripartire per la definizione della stagione 2019-2020 per la preoccupazione legata alla diffusione alla pandemia. Il risultato credo che sia ormai sotto gli occhi di tutti. E’ vero, abbiamo condiviso la priorità della riapertura per le scuole ma se i risultati, come ci auspichiamo, dovessero essere rassicuranti, mi auguro e credo sia giusto cominciare ad aprire gradualmente in modo da allinearci a tutti gli altri paesi europei”, conclude il numero della Figc.
Secondo Miozzo, invece, in questo momento il Paese deve ancora affrontare sfide più urgenti, tra cui proprio il ritorno sui banchi. “Non possiamo permetterci di tornare alle lezioni a distanza. La scuola è il motore della ripartenza e del Paese – ha detto – Tutta la nostra attenzione deve essere concentrata su questo”. È ancora presto per dire se l’aumento dei contagi dipenda dalla ripartenza della scuola, ma gli esperti si aspettano una risalita nella curva, così come nell’età media dei contagiati, che sta crescendo di nuovo perché aumentano i contagi in famiglia. “I ragazzi hanno contatti con genitori e nonni. Serve un patto generazionale – ha detto Miozzo – che convinca i giovani a essere prudenti”.