Interfax aveva scritto dello scioglimento del partito del dissidente: ma si tratta di una formazione che ha lo stesso nome. Intanto Mosca conferma che non verrà aperta nessuna indagine sull'avvelenamento del dissidente. E lui chiede che i suoi abiti gli vengano restituiti: "Ridatemeli, sono prove"
La notizia era stata battuta dall’agenzia russa Interfax: Russia Futura, il partito fondato da Alexei Navalny, che da pochi giorni si è risvegliato dal coma dopo essere stato avvelenato, è stato sciolto dalla Corte suprema. Ma a chiarire che non si trattava della formazione politica del dissidente – che peraltro non è ancora ufficialmente registrata – è stata la sua portavoce Kira Yarmysh. Su Twitter ha precisato che la decisione dei giudici riguarda il partito “avversario” registrato, con lo stesso nome, da Alexander Zorin che, ha aggiunto, “non è un partito ma un’accolita di ladri che ha rubato il nostro nome”.
Intanto Mosca ha confermato che non verrà aperta nessuna indagine ufficiale – richiesta con insistenza da Germania, Unione Europea e Stati Uniti – sul suo avvelenamento dato che sono trascorsi, senza esito, i 30 giorni necessari per la raccolta di elementi nel quadro dell’indagine preliminare. L’oppositore ha quindi chiesto alle autorità russe, con un post sul suo blog, la restituzione dei vestiti che indossava il giorno in cui è stato ricoverato all’ospedale di Omsk. I miei vestiti, ha detto, sono “una prova cruciale” dato che sono stato avvelenato con l’agente nervino chimico novichok, ha scritto l’oppositore dall’ospedale di Berlino in cui è stato trasferito il mese scorso.
“È passato esattamente un mese da quando hanno cercato di uccidermi con un’arma chimica. I 30 giorni in cui poteva essere aperta una inchiesta, secondo quanto previsto dalla legge, sono esauriti”, ha spiegato Navalny che ha dedicato un altro post per scrivere una lettera d’amore alla moglie Yulia, sottolineando che appena svegliato dal coma, non riusciva a riconoscere nessuno, nemmeno lei, ma che aveva capito che era lei la persona più importante e da cui dipendeva la sua guarigione.