C’è il nome di un manager bergamasco, Angelo Lazzari, nelle carte sul caso Lombardia Film Commission, che sembra collegare l’indagine della Procura di Milano a quella dei pm di Genova che stanno dando la caccia ai 49 milioni del processo per la truffa dei rimborsi elettorali. Un legame tra società coinvolte sia nella vicenda della presunta vendita gonfiata del capannone di Cormano che in quella sul riciclaggio dei soldi del Carroccio di cui si son perse le tracce. È in un’informativa della Guardia di finanza, depositata nell’inchiesta dell’aggiunto di Milano Fusco e del pm Civardi, che si parla del manager: oltre ad essere rappresentante legale di Iris Fund Sicav-Fis, con base in Lussemburgo, è “socio unico di Ivad sarl (Lussemburgo) e socio di minoranza di Sevenbit srl, società risultate coinvolte nelle indagini sul riciclaggio dei fondi del partito ‘Lega Nord’”. E il “nominativo di Lazzari”, si legge ancora, è emerso anche nell’inchiesta milanese. Lazzari è venuto a galla “in relazione alla compagine societaria di un’altra società risultata partecipata e amministrata” da Di Rubba, anche ex presidente di LFC. Ossia la Taac srl, una delle società “veicolo” attraverso le quali sarebbero passati gli 800mila euro drenati con la presunta vendita gonfiata dell’immobile. Taaac che è “domiciliata presso lo studio commercialista di Scillieri”.
La Taaac, “è risultata indirettamente controllata da Prima Fiduciaria spa, attraverso l’interposizione di svariate imprese, due delle quali riconducibili a Lazzari: Ivad srl (Lussemburgo) e Sevenbit srl”, stessa società che compare nell’inchiesta genovese. Il nome di Lazzari, inoltre, è venuto fuori tra gli indagati per truffa e autoriciclaggio in un’altra indagine milanese che nel 2018 ha portato agli arresti di tre dirigenti di Sofia Sgr. In quell’inchiesta, chiusa lo scorso gennaio, è emerso che tramite la Sevenbit , Lazzari ha acquisito nel 2015 la Seven Fiduciaria, che ha in pancia le sette società che erano domiciliate negli uffici della Dea Consulting, cioè lo studio dei commercialisti della Lega. Dagli atti dell’inchiesta del pm Bruna Albertini è emerso che sarebbe socio-amministratore di Arc Advisory Company, società di consulenza finanziaria costituita nel 2007 in Lussemburgo e che, risulta dagli accertamenti, controlla indirettamente Tre International Sa. Le obbligazioni di quest’ultima erano state oggetto di un investimento, poi dismesso, da parte di Sofia sgr, poi sottoposta a commissariamento dalla Banca d’Italia. Secondo gli investigatori, l’Iris Fund Sicav-Fis potrebbe essere legato ad Iris Capital Fund Bv “con sede a Curacao (isola caraibica alla dipendenza diretta del Regno dei Paesi Bassi)”. Nell’informativa viene segnalata un’acquisizione “da parte di Boost spa della quota (84%) di Lebit holding spa detenuta dal fondo Iris Capital Fund Bv”. Un “passaggio di proprietà” in cui avrebbe avuto un ruolo Di Rubba, il quale chiese “informazioni in merito alla tempistica di esecuzione di un bonifico bancario in Libano“. Sia la società acquirente che quella acquisita e quelle controllate “sono risultate riconducibili” a Di Rubba e all’imprenditore bergamasco Marzio Carrara. Gli ispettori dell’Uif Bankitalia scrivono che “non si esclude un collegamento tra i descritti trasferimenti e le indagini in corso a carico della stessa Lega”. Pure nelle “indagini – scrive la Gdf riportando notizie di stampa – condotte dalla Dia di Trapani nel 2017 sarebbero emersi i nominativi di Lazzari” e di Iris Fund Sicav-Fis in relazione a una “fusione eseguita con una società avente come ‘socio occulto, Vito Nicastri“, ribattezzato il re dell’eolico.
L’indagine milanese si concentra su una serie di movimentazioni finanziarie sospette tra società dei contabili, imprese, Lega e “entità” collegate. L’accusa al centro del procedimento è quella di peculato sui fondi drenati dalla LFC, ma gli investigatori stanno verificando se nei flussi di denaro che vanno al partito possano esserci ipotesi di finanziamenti illeciti. Nel frattempo, Di Rubba e Manzoni hanno fatto istanza al Riesame per chiedere la revoca dei domiciliari. Istanza al momento non presentata da Scillieri, che venerdì scorso si è fatto interrogare dai pm. Un passaggio dell’indagine che da fonti qualificate viene definito un “inizio”. Intanto, nel fascicolo milanese, che ha portato ai domiciliari i due revisori in Parlamento per la Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, e l’altro contabile Michele Scillieri, gli accertamenti proseguono anche con l’ipotesi investigativa di presunti finanziamenti illeciti, tutti da verificare.
Giustizia & Impunità
Fondi Lega, le indagini di Genova e Milano s’incrociano sul manager indagato per truffa e “segnalato dalla Dia nell’inchiesta Nicastri”
Un legame tra società coinvolte sia nella vicenda della presunta vendita gonfiata del capannone di Cormano che in quella sul riciclaggio dei soldi del Carroccio di cui si son perse le tracce. "Pure nelle indagini - scrive la Gdf riportando notizie di stampa - condotte dalla Dia di Trapani nel 2017 sarebbero emersi i nominativi" de manager e di Iris Fund Sicav-Fis in relazione a una "fusione eseguita con una società avente come 'socio occulto, Vito Nicastri", ribattezzato il re dell’eolico
C’è il nome di un manager bergamasco, Angelo Lazzari, nelle carte sul caso Lombardia Film Commission, che sembra collegare l’indagine della Procura di Milano a quella dei pm di Genova che stanno dando la caccia ai 49 milioni del processo per la truffa dei rimborsi elettorali. Un legame tra società coinvolte sia nella vicenda della presunta vendita gonfiata del capannone di Cormano che in quella sul riciclaggio dei soldi del Carroccio di cui si son perse le tracce. È in un’informativa della Guardia di finanza, depositata nell’inchiesta dell’aggiunto di Milano Fusco e del pm Civardi, che si parla del manager: oltre ad essere rappresentante legale di Iris Fund Sicav-Fis, con base in Lussemburgo, è “socio unico di Ivad sarl (Lussemburgo) e socio di minoranza di Sevenbit srl, società risultate coinvolte nelle indagini sul riciclaggio dei fondi del partito ‘Lega Nord’”. E il “nominativo di Lazzari”, si legge ancora, è emerso anche nell’inchiesta milanese. Lazzari è venuto a galla “in relazione alla compagine societaria di un’altra società risultata partecipata e amministrata” da Di Rubba, anche ex presidente di LFC. Ossia la Taac srl, una delle società “veicolo” attraverso le quali sarebbero passati gli 800mila euro drenati con la presunta vendita gonfiata dell’immobile. Taaac che è “domiciliata presso lo studio commercialista di Scillieri”.
La Taaac, “è risultata indirettamente controllata da Prima Fiduciaria spa, attraverso l’interposizione di svariate imprese, due delle quali riconducibili a Lazzari: Ivad srl (Lussemburgo) e Sevenbit srl”, stessa società che compare nell’inchiesta genovese. Il nome di Lazzari, inoltre, è venuto fuori tra gli indagati per truffa e autoriciclaggio in un’altra indagine milanese che nel 2018 ha portato agli arresti di tre dirigenti di Sofia Sgr. In quell’inchiesta, chiusa lo scorso gennaio, è emerso che tramite la Sevenbit , Lazzari ha acquisito nel 2015 la Seven Fiduciaria, che ha in pancia le sette società che erano domiciliate negli uffici della Dea Consulting, cioè lo studio dei commercialisti della Lega. Dagli atti dell’inchiesta del pm Bruna Albertini è emerso che sarebbe socio-amministratore di Arc Advisory Company, società di consulenza finanziaria costituita nel 2007 in Lussemburgo e che, risulta dagli accertamenti, controlla indirettamente Tre International Sa. Le obbligazioni di quest’ultima erano state oggetto di un investimento, poi dismesso, da parte di Sofia sgr, poi sottoposta a commissariamento dalla Banca d’Italia. Secondo gli investigatori, l’Iris Fund Sicav-Fis potrebbe essere legato ad Iris Capital Fund Bv “con sede a Curacao (isola caraibica alla dipendenza diretta del Regno dei Paesi Bassi)”. Nell’informativa viene segnalata un’acquisizione “da parte di Boost spa della quota (84%) di Lebit holding spa detenuta dal fondo Iris Capital Fund Bv”. Un “passaggio di proprietà” in cui avrebbe avuto un ruolo Di Rubba, il quale chiese “informazioni in merito alla tempistica di esecuzione di un bonifico bancario in Libano“. Sia la società acquirente che quella acquisita e quelle controllate “sono risultate riconducibili” a Di Rubba e all’imprenditore bergamasco Marzio Carrara. Gli ispettori dell’Uif Bankitalia scrivono che “non si esclude un collegamento tra i descritti trasferimenti e le indagini in corso a carico della stessa Lega”. Pure nelle “indagini – scrive la Gdf riportando notizie di stampa – condotte dalla Dia di Trapani nel 2017 sarebbero emersi i nominativi di Lazzari” e di Iris Fund Sicav-Fis in relazione a una “fusione eseguita con una società avente come ‘socio occulto, Vito Nicastri“, ribattezzato il re dell’eolico.
L’indagine milanese si concentra su una serie di movimentazioni finanziarie sospette tra società dei contabili, imprese, Lega e “entità” collegate. L’accusa al centro del procedimento è quella di peculato sui fondi drenati dalla LFC, ma gli investigatori stanno verificando se nei flussi di denaro che vanno al partito possano esserci ipotesi di finanziamenti illeciti. Nel frattempo, Di Rubba e Manzoni hanno fatto istanza al Riesame per chiedere la revoca dei domiciliari. Istanza al momento non presentata da Scillieri, che venerdì scorso si è fatto interrogare dai pm. Un passaggio dell’indagine che da fonti qualificate viene definito un “inizio”. Intanto, nel fascicolo milanese, che ha portato ai domiciliari i due revisori in Parlamento per la Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, e l’altro contabile Michele Scillieri, gli accertamenti proseguono anche con l’ipotesi investigativa di presunti finanziamenti illeciti, tutti da verificare.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.