Al ballottaggio del 4-5 ottobre andrà anche Legnano, roccaforte della Lega crollata sotto il peso di vicende giudiziarie che hanno riportato i cittadini alle urne dopo appena due anni. Mentre è ancora in corso lo spoglio, la candidata del centrodestra Carolina Toia stacca di 10 punti il rivale del centrosinistra Lorenzo Radice; ma non abbastanza per imporsi al primo turno. Gli ultimi dati danno il centrodestra al 42% contro il 31% del candidato di centro sinistra, a seguire i candidati di tre liste civiche. Niente 50% più uno, ci sarà il derby. Non è bastato dunque a Matteo Salvini materializzarsi in Piazza San Magno a una settimana dal voto per tenersi la città. La piazza gremita, palloncini blu attorno e uno dorato sul balcone col numero 49. La contestazione col riferimento alla vicenda giudiziaria della Lega in città non suona come una generica provocazione.
I legnanesi sono stati chiamati a rieleggere il sindaco proprio in seguito all’arresto, a maggio dell’anno scorso, del leghista Gianbattista Fratus insieme a due assessori per turbativa d’asta e corruzione elettorale. Sono imputati a processo con accuse a vario titolo per aver manipolato quattro concorsi per posizioni dirigenziali in partecipate e municipalizzate e in Comune, erano ai domiciliari dalla scorsa estate. Fratus e’ anche accusato di corruzione elettorale. Nel frattempo la città è amministrata dal commissario prefettizio Cristina Cirelli.
Per cancellare questa brutta storia, la Lega ha candidato l’avvocato 35enne e già consigliere regionale Carolina Toia, che in alcune ha effettivamente toccato numeri da elezione al primo turno. La Lega viaggia intorno al 16 per cento. Se il dato sarà confermato, perde per strada ben sei punti. Forza Italia è calata dal 10 al 6,4. Come in altri comuni e regioni, a incassare la differenza è Fratelli d’Italia che a Legnano triplica i voti, passando dal 3,2% al 9,8.
Anche alle comunali dl 2017 si andò al ballottaggio tra Fratus e Alberto Centinaio che cinque anni prima era riuscito nell’impresa di strappare un feudo del centrodestra a trazione leghista dal lontano 1993 . L’affluenza è stata attorno al 61% contro il 42% del ballottaggio di tre anni fa. La sfida per centrodestra e centrosinistra è dunque a riportare alle 49 sezioni quanti più elettori possibile, riuscendo a convogliare sul proprio candidato i voti dei perdenti. I 300 incassati dal Cinque Stelle Simone Rigamonti potrebbero contribuire alla rimonta di Radice. Nel 2017 la corsa all’ultimo voto premiò la Lega. La città è allo stesso bivio.c