Perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici dell'università per gli Stranieri del capoluogo umbro. Tra i reati contestati ci sono rivelazione di segreti d'ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Le domande era concordate perché il calciatore ottenesse la cittadinanza italiana. "Non spiccica 'na parola. Deve, passerà, perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1"
“Tornando seri… Hai una grande responsabilità perché se lo bocciate ci fanno gli attentati terroristici“, “ma ti pare che lo bocciamo!”. “Oggi c’ho l’ultima lezione e me la devo preparare perché non spiccica ‘na parola“, “e che livello dovrebbe passà sto ragazzo… B1?”, “eee, non dovrebbe, deve, passerà, perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1″. A parlare, nelle intercettazioni effettuate dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Perugia, sono i docenti dell’università per Stranieri di Perugia che di lì a pochi giorni avrebbero dovuto sottoporre all’esame di lingua italiana, necessario per ottenere la cittadinanza, Luis Suarez, centravanti del Barcellona da mesi in trattativa per un trasferimento alla Juventus. Parole che, secondo gli inquirenti, dimostrano l’esistenza di un accordo tra loro per far sostenere un esame con risposte già concordate e con un voto finale stabilito già prima della prova d’esame, sostenuta il 17 settembre scorso.
Così la Procura di Perugia, guidata dall’ex pm anticamorra ed ex presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, ha aperto un fascicolo in cui sono indagati, a vario titolo, per rivelazione di segreti d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici il rettore dell’università, Giuliana Grego Bolli, il direttore generale dell’Ateneo, Simone Olivieri, l’esaminatore Lorenzo Rocca, Stefania Spina, la docente incaricata di preparare Suarez per il test, e Cinzia Campagna, responsabile di predisporre l’attestato di livello B1 per il calciatore. Per i pm titolari dell’indagine, Paolo Abritti e Giampaolo Mocetti, si è trattato di un esame “farsa” con l’organizzazione di una sessione straordinaria ad hoc per il campione ricordato da molti per il morso dato durante i Mondiali in Brasile a Chiellini e che era in predicato di vestire la maglia bianconera. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno eseguito l’ordine di sequestrare cellulari, tablet e pc dei cinque indagati per intercettare “ogni documento di tipo elettronico utile a ricostruire i contatti tra i soggetti coinvolti, nonché comunicazioni intercorse tra gli indagati circa l’organizzazione della seduta di esame, la preventiva consegna al calciatore del contenuto della prova, l’accordo finalizzato al preordinato rilascio della certificazione linguistica B1”. Dalle conversazione captate emerge che “gli argomenti della prova d’esame – si legge nel comunicato della Procura – sono stati preventivamente concordati con il candidato e che il relativo punteggio è stato attribuito prima ancora dello svolgimento della stessa, nonostante sia stata riscontrata, nel corso delle lezioni a distanza svolte dai docenti dell’Ateneo, una conoscenza elementare della lingua italiana“.
Emblematica la chiacchierata tra un professore e Spina. “Per dirtela tutta – continua la donna – oggi ho chiamato Lorenzo Rocca che gli ha fatto la simulazione d’esame e abbiamo praticamente concordato quello che gli farà l’esame! Quindi mi ha detto, guarda fagli scegliere ste due immagini ecc…”. Spina, parlando con un interlocutore anonimo, confessa la scarsa preparazione linguistica del calciatore: “E quindi oggi c’ho l’ultima lezione – dice – e me la devo preparare perché non spiccica ‘na parola”. “Oddio”. “E far passare due ore di lezione con uno così non è facile”. L’interlocutore e Spina, scendono poi nello specifico del livello di preparazione di Suarez. Spina: “Il B1, il B1, cittadinanza. Considera che è un A1. È un A1 pieno proprio non…”. “Non c’è speranza (ride)”. “Non coniuga i verbi, non coniuga i verbi. Parla all’infinito“. “Vabbè, vabbè”. “Vabbè comunque queste son cose che è chiaro che… Che fai glielo fermi per il B1 cittadinanza? Cioè, voglio di’, fa ride no?”.
Una situazione che, però, preoccupa non poco i vertici dell’Ateneo, in particolar modo l’esaminatore Rocca che esprime i suoi timori in una conversazione con il rettore Grego Bolli: “Eh, allora lui si sta memorizzando le varie parti dell’esame”. “Eh, ma infatti è questo. Deve essere sul binario, ecco”. “Esatto, esatto. L’abbiamo instradato bene“. “E deve essere su quel binario lì”. “Su quel binario lì. Il discorso è che comunque… Sul verbale non ho problemi a metterci la firma perché in commissione ci sono io e mi prenderò la responsabilità dell’attribuzione del punteggio. Il mio timore qual è che poi tirando tirando, diamo il livello ed esce, i giornalisti fanno due domande, in italiano e la persona va in crisi. Quindi un po’ di preoccupazione ce l’ho perché è una gatta da pelare, come si fa, si fa male”. Il caso dell’esame “farsa, come definito dagli inquirenti, è uno stralcio di una inchiesta probabilmente molta più ampia. Ed è così che emerso il caso Suarez. Su cui però l’ateneo sostiene che non si siano state irregolarità: “Correttezza emergerà al termine delle verifiche”. Ma proprio da un’intercettazione tra l’esaminatore Rocca e la rettrice svela un altro dettaglio ovvero che il calciatore stava “un po’ memorizzando le varie parti dell’esame” e l’abbiamo instradato “bene”. E la Grego Bolli: “Ecco deve essere sul binario, su quel binario lì”. Suarez non è indagato, allo stato non c’è nessuna evidenza che fosse in qualche modo consapevole di essere al centro di quello che gli inquirenti considerano un imbroglio. Gli atti di questa inchiesta – che contempla più reati e indagati di quanto emerso con le perquisizioni e gli avvisi di garanzia – non sono stati inviati alla Procura di Torino. Il calciatore potrebbe essere sentito dai pm. Che hanno bisogno di capire perché la data dell’esame fosse stata anticipata. Una domanda a cui risponderanno gli accertamenti già disposti nei prossimi giorni. Quello che la cronaca sportiva aveva registrato nei giorni scorsi era l’urgenza di far diventare italiano l’attaccante perché era in corso una trattativa in stato avanzato con la Juventus, che non è coinvolta nell’indagine. Dopo un paio di giorni dall’esame ‘farsa’, però, l’arrivo di Suarez in maglia bianconera è stranamente saltato.
“La Juventus era intenzionata a tesserare il giocatore e l’Università era disponibile nel far sostenere l’esame. I problemi sono sorti quando ci siamo trovati di fronte ad una persona che non aveva alcuna conoscenza dell’italiano” ha spiegato Selvaggio Sarri, colonnello della Guardia di Finanza che coordina le indagini sul caso Suarez omonimo ma non parente dell’ex allenatore della Juve, intervenuto a Radio Punto Nuovo. “La Juventus non è indagata, attualmente, ma vediamo cosa emergerà”.