La mano è tesa di nuovo, come da strategia elettorale e nonostante i “colpi” subiti in campagna elettorale. “Però il mio animo è incapace di qualunque tipo di rancore”, sostiene Michele Emiliano. E allora sulla “base di un programma” le porte sono ancora aperte al Movimento Cinque Stelle per una collaborazione che il presidente del Consiglio, “un fuoriclasse” il governatore dixit, aveva auspicato prima del voto. “Vorrei ricominciare da capo, vorrei dire ancora una volta sì al M5s, ma con rispetto”. Nel day after della vittoria più inaspettata dopo le due a sindaco di Bari e la prima elezione alla guida della Regione Puglia, Emiliano prova a riannodare i fili con il Movimento.
Non c’entrano maggioranze ballerine in Consiglio, dove la sua coalizione potrà contare su 27 seggi, ma quella sintonia su temi ambientali e sociali nella quale Emiliano ha sempre creduto ed evidentemente continua a credere. Con un occhio strizzato a Roma, dove l’alleanza Pd-M5s è organica ed è uscita rinsaldata dai risultati della tornata elettorale. Ai 5 consiglieri pentastellati che hanno ottenuto un posto in Regione un solo diktat: “Sono pronto, sulla base di un programma, a qualunque tipo di apporto da parte del M5s, purché sia rispettoso”. Perché, dice Emiliano, in campagna elettorale “sono stato spesso colpito sul piano personale”.
Il governo è sicuro che il calo del Movimento – passato dal 25% delle Europee al 9,8% delle Regionali – sia frutto del sostegno di molti elettori alla sua figura: “Avevo detto che avremmo vinto anche in nome del M5s. Però siccome io vengo sempre preso in contropiede dal M5s pugliese, nel senso che io vado lì a braccia aperte e col sorriso e le risposte sono terribili, ora ho persino paura di parlare”. In vista del nuovo incarico una sponda spera di trovarla in Giuseppe Conte, definito un “fuoriclasse” da “difenderemo con le unghie e con i denti”, perché “è un uomo che capisce il Sud, è in grado con umiltà di porsi in ascolto e poi lavora bene con le Regioni”.
Lancia un appello sulla mancanza di “rappresentanza” di un “blocco sociale”, quello del Sud, che “non viene rappresentato probabilmente dai partiti tradizionali”. “Io faccio il presidente della Regione e non mi posso occupare di fondare nuove forze politiche, però è sicuro che questo blocco sociale al Sud è novità straordinaria”, ha detto attribuendo a questo ‘blocco’ la vittoria del centrosinistra in Puglia. Quindi i tre punti programmatici “essenziali” del quinquennio iniziato con l’affermazione su Raffaele Fitto: “Una rivoluzione produttiva che partendo dalla ricostruzione dal paesaggio e del capitale produttivo colpito dalla Xylella porti acqua a sufficienza in tutta la Puglia per poter attuare un’agricoltura moderna – elenca nella speranza che il governo ascolti – Fare della sanità pugliese un elemento di attrattiva di tutti gli altri investimenti. Lavoreremo molto per sistemare la questione Ilva in maniera definitiva, ma questo è un obbligo”.
Dalla sua avrà una maggioranza stabile con 16 rappresentanti del Pd, forte del 17,25% nelle urne, e 11 uomini delle liste Con Emiliano e Popolari con Emiliano. Mentre la sinistra resta fuori dal Consiglio con La Puglia Verde e Solidale, appoggiata da Nichi Vendola, rimasta sotto la soglia di sbarramento del 4% per le liste che corrono in coalizione. Alle spalle la miriade di voti arrivati dalle altre undici liste che lo sostenevano, con contaminazioni anche da destra. “I pugliesi sono pragmatici, non sono ideologici”, ha spiegato Emiliano che si è detto consapevole di avere una “responsabilità enorme” nella gestione di “molti voti che ideologicamente non sono del Pd o comunque non miei”.
Alcuni vengono anche da lontanissimo. Per dire, a Nardò, paese del Salento, Emiliano ha raccolto il 63% dei consensi grazie all’appoggio di Pippi Mellone, sindaco vicino alle posizioni di Casapound e che considera l’Anpi “un pericolo per la democrazia”. E il governatore si dice convinto di aver anche prosciugato il serbatoio di Matteo Salvini: “Se Lega scende da 25 al 9% significa che c’è un mare di elettori leghisti che ha votato per noi, quindi bisognerà avere grande rispetto di questo elettorato che vuole efficienza, vuole vedere la sua regione al pari delle regioni del Nord”.