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Regionali, Zaia a La7: “Resto della Lega, la mia lista intercetta il consenso che non va diretto al partito. Crisi ai vertici? Io ho scelto il Veneto”

La mia vittoria in Veneto? La lista civica non è un soggetto politico. Il voto dei veneti è per il Veneto. Quindi, io resto in Veneto e non ho nessuna velleità. L’unica spiegazione è che i cittadini abbiano premiato la mia amministrazione, visto e considerato che non faccio politica, non ho dato vita a soggetti politici e resto della Lega“. Lo ribadisce più volte durante la “Maratona Mentana”, su La7, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, appena riconfermato nel suo incarico con risultato debordante.

Zaia respinge ogni ipotesi di competizione con Salvini e spiega: “I partiti vanno valutati non sulla base delle elezioni regionali, ma politiche, dove si hanno la massima espressione del voto e il vero momento di verifica. Queste elezioni pesano moltissimo dal punto di vista amministrativo e del resto non ci sarebbero altri motivi per giustificare il consenso che ho avuto. E’ la quinta volta che presento questa lista e ho fatto esattamente quello che hanno fatto gli altri colleghi presidenti di Regione e sindaci – continua – e cioè intercettare un consenso che non va direttamente al tuo partito. Del resto, io ho una doppia responsabilità: l’alta percentuale di voti e la preferenza a me data da un elettorato che comunemente non ci vota, ma che ha scelto di darci fiducia”.

E aggiunge: “Io sono stato scelto con questo consenso dai veneti e mi occupo del Veneto. Ma non ho bisogno di stare qui a giustificare questa posizione. Lo dice la mia storia personale: avrei potuto essere della partita in molte occasioni, ma ho fatto questa scelta di vita, e cioè governare e di amministrare questa Regione. E penso di aver dimostrato di averlo fatto sempre col cuore e con determinazione. Cosa farò dopo questi 5 anni di governatore del Veneto? Come dice Seneca, in “De brevitate vitae”, la vita è lunga e l’uomo se la rende breve. Noi ce la rendiamo breve, pensando sempre al domani e non viviamo mai il presente”.