Il segretario del Pd, dopo referendum e Regionali, esclude di volere rimpasti ma passa all'incasso proponendo una "nuova agenda di governo". Sul superamento del bicameralismo paritario "abbiamo pronto un testo di legge". Poi chiede a Speranza di presentare un piano per la sanità finanziato con i prestiti del Mes. Il premier su questo non cambia linea: "Se e quando si porrà il problema lo risolveremo in Parlamento"
Archiviati il referendum e le elezioni regionali “crediamo che vada aperta una fase nuova e all’insegna del fare e della concretezza“. Fortificato dalle vittorie non scontate in Toscana e Puglia -“i dati confermano la forza espansiva del centrosinistra e, dentro, la forza centrale e decisiva del Pd” – il segretario del Pd Nicola Zingaretti sottolinea che “il governo e il presidente del Consiglio sono usciti rafforzati da questo voto”. Subito dopo passa all’incasso chiedendo “che si rafforzi il gioco di squadra. Serve un salto di qualità, più visione comune“. Segue l’elenco dei punti della “nuova agenda” dell’esecutivo, tra cui la modifica dei decreti sicurezza. E a stretto giro arriva l’apertura di Giuseppe Conte a portare “al primo cdm utile” il testo del nuovo decreto sicurezza concordato a luglio e a “riflettere” su “ius soli o ius culturae”
Ma per il leader dem è anche il momento di rompere gli indugi e chiedere il prestito pandemico del Mes per riformare la sanità. E su questo Conte non cambia linea: “Se e quando si porrà il problema lo risolveremo in Parlamento in trasparenza”.
La nuova agenda dettata da Zingaretti in conferenza stampa al Nazareno deve comprendere “un grande cantiere, con un patto per le riforme“. Indispensabile per chi “vuole governare fino a fine mandato e affrontare insieme anche la sfida dell’elezione del presidente della Repubblica” nel 2022. Primo punto il superamento del bicameralismo paritario su cui “abbiamo pronto un testo di legge che depositeremo a breve alla Camere”. Il secondo punto è la legge elettorale “e ci auguriamo e facciamo appello alle forze di maggioranza per andare avanti. E’ già incardinata la modifica dei regolamenti parlamentari”.
Poi c’è la modifica dei decreti sicurezza del Conte 1, con le discusse norme sulla gestione dei migranti e le multe per le ong coinvolte nel salvataggio in mare. “Al primo Cdm utile si può procedere” ad approvare il nuovo testo concordato a luglio, “come ha già detto a suo tempo il ministro Lamorgese“, invita Zingaretti. Conte, in un punto stampa tenuto poco dopo, raccoglie: “Li portiamo al più presto in Cdm. Abbiamo già concordato un testo di modifica perché vogliamo assicurare ai cittadini italiani la sicurezza, non per ragionare per slogan ‘porto aperto, porto chiuso’. Vogliamo allargare il raggio della sicurezza e della protezione dei cittadini e allargare la protezione dei migranti“.
Ben più complicato sciogliere il nodo Mes, linea rossa che i 5 Stelle continuano a non voler superare. Per Zingaretti “è opportuno che il ministro Speranza presenti un piano della nuova sanità italiana, per uscire da una discussione solo ideologica. Per poter costruire il migliore sistema sanitario del mondo, si utilizzi il finanziamento del Mes. Ma usciamo da una discussione solo nominalistica: entriamo nel merito”. Sembra un modo per stanare il presidente del Consiglio, che ripete di voler prima avere il piano, “dopodiché andremo a vedere quanto costa questo piano. Se e quando si porrà il problema lo risolveremo in Parlamento”.
Sullo sfondo le ipotesi e i rumor sul rimpasto. Qui la linea è la stessa. “Poniamo dei temi di carattere politico e di contenuto. Non abbiamo mai posto altro”, assicura Zingaretti. “Starà poi al presidente del Consiglio nella sua totale libertà valutare sia il merito dei contenuti che la squadra. Non è il Pd che pone questo tema”. Conte conferma: della squadra di governo “sono soddisfatto perché è una squadra coesa, tutti i ministri hanno sin qui lavorato con grande impegno e coesione. Non mi sembra che il Pd ponga il tema del rimpasto ma pone un problema di rilancio dell’azione anche alla luce della sfida del Recovery: su questo ci ritroviamo assolutamente”.
In vista dell’arrivo delle risorse del Recovery fund “il governo è chiamato ad attuare un progetto molto impegnativo, e deve avere la possibilità, il dovere e la responsabilità di portare i progetti a termine, e su questo deve essere giudicato. E se non saremo capaci il governo dovrà andare a casa, e io aggiungo con ignominia“.