La saggezza popolare e la letteratura forniscono molti spunti per interpretare come si affronta, in Italia, la transizione ecologica imposta dagli eventi (gli ecosistemi planetari stanno cambiando rapidamente e ci sono sempre più ostili) e perseguita da direttive europee come il New Green Deal, per non parlare dell’esortazione verso la Conversione Ecologica di Papa Francesco. La Commissione Europea non fa solo esortazioni, ma mette a disposizione enormi risorse per realizzare un cambiamento prima di tutto culturale.
Prima di andare avanti, mi preme presentare le credenziali: ho scritto qualche documento sulla sostenibilità marina, diciamo che qualcosina ne so, e potete verificare qui, qui, qui, qui, qui e qui.
La Strategia Marina dell’Unione Europea, inoltre, si basa sui suggerimenti del network europeo di eccellenza su Biodiversità Marina e Funzionamento degli Ecosistemi, di cui ho fatto parte. Dalla comunità scientifica sono scaturite le direttive. Ma poi devono essere messe in atto. E qui subentrano le azioni dei politici e dei loro apparati.
La letteratura ci fornisce diversi spunti per comprendere come stiamo affrontando il problema. Il Gattopardo, con Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi (spesso riferita come: bisogna cambiare tutto perché tutto resti come prima), descrive l’immobilismo attivo.
La Regina Rossa di Alice attraverso lo specchio rincara la dose: Ora, in questo luogo, come puoi vedere, ci vuole tutta la velocità di cui si dispone se si vuole rimanere nello stesso posto; se si vuole andare da qualche altra parte, si deve correre almeno due volte più veloce di così!. Nello stesso posto significa la gestione attuale delle nostre attività. Da qualche altra parte significa cambiare stile di vita. Il rischio è che le enormi risorse messe a disposizione dal green deal saranno impiegate per restare nello stesso posto. E come? La saggezza partenopea definisce quel che avviene quando tutti si danno da fare, simulando un impegno sovrumano, ma non fanno proprio niente: faccimmo ammuina.
L’ammuina la fanno gli alti papaveri: quelli che dovrebbero attuare le misure destinate a cambiare tutto. L’allegoria degli alti papaveri la racconta Tito Livio, che dice come Tarquinio il Superbo abbia tagliato i papaveri più alti per mostrare il da farsi al figlio. È quello che succede negli Usa quando si cambia gestione: lo spoil system prevede il cambiamento degli alti dirigenti dell’amministrazione a seguito di un cambio di governo.
Il nuovo presidente non può attuare il suo programma con lo staff del presidente precedente. Da noi, invece, i ministri cambiano ma i direttori generali restano, tutt’al più ruotano. Sono loro ad attuare la politica. E poi c’è una lunghissima catena di comando che passa dai ministeri (che spesso lavorano in modo scoordinato) alle regioni, alle province, ai comuni.
Nel mondo scientifico, inoltre, i sostenitori dello stato attuale hanno ottenuto enormi finanziamenti e ora si sentono minacciati dai ricercatori che propongono altre strade e che sono stati sempre lasciati a margine. Gli alti papaveri hanno contatti diretti con i ricercatori che vogliono che nulla cambi, e vedono come rompiscatole quelli che chiedono il cambiamento. La loro posizione è fideistica: la tecnologia risolverà tutti i problemi, noi possiamo crescere all’infinito! Il che è ecologicamente impossibile. Lo stato degli ecosistemi planetari, infatti, è talmente degradato che non si può continuare a far finta di niente. E, per fortuna, anche se con grande ritardo, stiamo iniziando a fare qualcosa.
I negazionisti, però, sono molto attivi e alimentano culturalmente i gattopardi, gli alti papaveri e i facitori di ammuina. Non hanno credenziali scientifiche e deridono i ricercatori (mi è già successo in questo blog, e non solo). Donald Trump è il loro portabandiera. Le riviste Science e Scientific American sono scese direttamente in campo per dire che la comunità scientifica statunitense, la più autorevole del mondo, vede in Trump l’anti-scienza e esortano gli americani a non votarlo.
Come ho già avuto modo di dire, la scienza non è democratica o, meglio, lo è all’interno della comunità scientifica, ma l’opinione della maggioranza della popolazione non può sovvertire la realtà. Può solo sovvertire il modo di affrontarla. Poi se ne pagano le conseguenze. Come stanno sperimentando gli Usa a seguito della politica di Trump nell’affrontare la pandemia e come sta sperimentando il mondo intero con le conseguenze del cambiamento climatico. Tutti concordano che è necessario cambiare, ma poi quelli che potrebbero cambiare le cose non vogliono cambiare davvero.