L'esponente di Foza Italia, accusato di traffico di influenze, continuerà a sedere sulla poltrona di consigliere regionale dal Pirellone, mentre poco lontano, nelle aule del palazzo di giustizia, dovrà difendersi dalle accuse dell’inchiesta “Mensa dei poveri” della Dda di Milano. "Ho fiducia nei giudici"
“Mi dividerò”, assicura Fabio Altitonante, appena eletto sindaco di Montorio al Vomano, in provincia di Teramo. “È un regalo al mio paese, farò tutti i sacrifici necessari”. E dovrà dividersi per davvero, visto che il comune abruzzese dove è nato 46 anni fa, e dove ora dovrà guidare quasi 8mila neo concittadini, dista ben 600 chilometri da Milano, dove andrà avanti anche la sua solita vita, politica e giudiziaria. Perché Altitonante continuerà a sedere sulla poltrona di consigliere regionale di Forza Italia al Pirellone, mentre poco lontano, nelle aule del palazzo di giustizia, dovrà difendersi dalle accuse dell’inchiesta “Mensa dei poveri” della Dda di Milano, in cui l’anno scorso è rimasto coinvolto insieme a decine di imprenditori e politici, soprattutto di Forza Italia, tra cui l’ex consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella, l’ex eurodeputata Lara Comi e Nino Caianello, l’ex coordinatore del partito a Varese considerato il burattinaio di un sistema di mazzette, appalti e nomine pilotate.
A maggio del 2019 Altitonante è finito pure agli arresti domiciliari, con l’accusa di corruzione, finanziamento illecito e falso. Tra i fatti che gli venivano attribuiti, quello di aver ricevuto 20mila euro dall’imprenditore Daniele D’Alfonso per facilitare una pratica edilizia. Ai domiciliari è rimasto tre mesi, prima di essere scarcerato per decorrenza dei termini dopo che il Tribunale del Riesame ha derubricato l’ipotesi di corruzione in traffico di influenze illecite. Un’accusa meno grave, che però rischia di pesare come un macigno sul suo futuro da sindaco: qualora venisse condannato, anche solo in primo grado, Altitonante verrebbe sospeso dalla carica per la legge Severino.
Se glielo fai notare, taglia corto: “Ho fiducia nella giustizia”. La stessa fiducia che ha avuto quel 44,21 percento di elettori che ha preferito lui e la sua lista di centrodestra senza Lega e Fdi ai rivali Alessandro Di Giambattista (31,06 percento), forte di una lista con candidati vicini al Pd, ed Eleonora Magno (24,73 percento), appoggiata dal Pd ufficiale. Pd ufficiale che a pochi giorni del voto ha cercato di mettere in guardia i cittadini sul rischio di votare Altitonante: “Una sua condanna farebbe tornare a Montorio il commissario. Ogni elettore deve saperlo, anche per valutare se le narrazioni del candidato berlusconiano siano le solite promesse elettorali che non saranno mai attuate”. E lui, che in campagna elettorale ha ricevuto pure la visita della capogruppo alla Camera di Forza Italia, Mariastella Gelmini, ha replicato deciso: “Attacchi personali, ai quali risponderanno i cittadini montoriesi”. E loro gli han dato ragione, incuranti del fatto che a novembre, dopo un rinvio causa Covid, riprenderà l’udienza preliminare che potrebbe mandarlo a processo.
“Ho fiducia nei giudici”, ripete Altitonante. Ma è opportuno che ora si metta a fare il sindaco? “Sto già facendo il consigliere regionale – replica -. Ho appena votato un bilancio regionale da 25 miliardi di euro, l’equivalente di 3 o 4 mila anni del bilancio di Montorio al Vomano”. Così inizierà a fare avanti e indietro. Si dividerà, dice: “Sono 4 ore e mezza di treno”. Non serve fargli notare che per andare da Milano a Teramo, neanche a Montorio, ci vogliono in verità almeno tre treni e cinque ore e mezza, addirittura sei o sette con altre combinazioni. “C’è anche l’aereo su Pescara – rilancia – sia da Milano che da Bergamo”.
Ribadisce quanto ha già detto a caldo, festeggiando coi sostenitori la vittoria in completo blu: “Sarò il sindaco di tutti, assicurando la presenza e continuando a fare il consigliere regionale in Lombardia. La mia è stata una scelta di cuore per il paese dove sono nato e cresciuto, che è in estrema difficoltà, a pochi passi dal baratro anche alla luce della mancata ricostruzione post terremoto. Siamo l’unico paese abruzzese che dal 2009 non ha messo un mattone”. Ricostruzione post sisma e non solo. Tra le sue promesse elettorali ci sono anche un nuovo campus scolastico, una struttura per anziani e un piano casa “con case a basso costo per le giovani coppie”. Proposte che ricordano la medesima attenzione che Altitonante ha avuto per i costruttori al Pirellone, come quando si è battuto per approvare una legge regionale per trasformare molti seminterrati in abitazioni: “Sono anche stato uno dei promotori della legge sul consumo di suolo, contro le costruzioni selvagge – sostiene lui –. E questi tre progetti a Montorio erano già previsti, ma non sono mai stati attuati”. Ora lo saranno, assicura. Giustizia e giudici permettendo.