Un meccanismo di mazzette, vendita illecita delle postazioni di commercio ambulante e racket che vede coinvolti alcuni esponenti della famiglia Tredicine – i “sindacalisti” Mario e Dino – e i loro referenti della comunità bangladese, messi sotto scacco, secondo la procura di Roma, dall’organizzazione con l’obbligo di versare un vero e proprio contributo mensile
Un sistema in piedi “almeno dal 2006”. Un dirigente presente nella stessa carica dagli anni ’90. E un meccanismo di mazzette, vendita illecita delle postazioni di commercio ambulante e racket che vede coinvolti alcuni esponenti della famiglia Tredicine – i “sindacalisti” Mario e Dino – e i loro referenti della comunità bangladese, messi sotto scacco dall’organizzazione con l’obbligo di versare un vero e proprio contributo mensile. E ai quali, nei mesi scorsi, è stato addirittura imposto di “devolvere” la metà del sussidio Inps per il Covid-19, i 600 euro, erogato nei mesi di aprile e maggio. È l’andazzo, secondo la procura di Roma, messo in piedi da Alberto Belucci, fino al 19 febbraio 2019 dirigente del Dipartimento Attività Produttive del Comune di Roma – nel quale ricopriva anche il ruolo di responsabile dell’ufficio Disciplina – e i “cugini” Dario e Mario Tredicine e Vittorio Baglioni, sindacalisti ed esponenti della nota famiglia di “bancarellari” romani per anni quasi monopolisti del settore nella Capitale. Sono 18 le misure eseguite dagli uomini della Polizia locale e della Guardia di finanza.
Il versamento del sussidio – I fatti contestati agli imputati sono relativi agli anni 2018 e 2019, ma c’è un episodio molto recente, secondo gli inquirenti, significativo della “pericolosità” in particolare dei membri della famiglia Tredicine coinvolti. È il mese di giugno e Mohammad Yousuf Hawlader, uno dei commercianti bangladesi costretti a pagare gli indagati, viene contattato dal commercialista dei sindacalisti, Giovanni Catalano. Hawlader è uno di quelli che paga di più, anche 4.000 euro al mese “a fronte della concessione ai commercianti ambulanti delle migliori postazioni di vendita”. Per arrivare anche a 80.000 euro l’anno, 160.000 euro fra lui e il fratello. Ma nel 2020, una contrazione dei ricavi ha costretto gli esattori a diminuire la dazione di denaro fino a quota 2.500 euro per i mesi di gennaio, febbraio e agosto. A parziale restituzione, secondo il racconto di Hawlader agli inquirenti, viene costretto da Catalano a richiedere il bonus Inps per l’erogazione del sussidio relativo al lockdown. “Gli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria – continua il gip – hanno confermato che sul conto corrente del fratello del dichiarante sono state accreditate dall’Inps le somme di 600 euro per i mesi di aprile e maggio (1.200 euro totali, ndr), e che il giorno successivo all’accreditamento delle somme per il mese di maggio il titolare ha effettuato un prelievo da Atm di 660 euro”.
Il “mercimonio sulle soste” e “quello che sta a Londra” – Il sistema corruttivo nell’assegnazione delle rotazioni, secondo gli investigatori, era gestito da Bellucci. Ma gran parte dei soldi finivano – oltre che nelle tasche degli indagati – anche all’estero. Lo dice chiaramente il dirigente capitolino, in un’intercettazione, riferendosi a Mamun Kazi, bangladese, tecnicamente residente a Roma ma definito “quello che sta a Londra”. “Quello che fa i cambi da Londra, prende i soldi da Londra… e pretendono migliaia di… (omissis)… non c’e che te lo devo impara’ a te tu lo sai che fanno”. E ancora: “Tu c’hai tre turni 3 turni 4 turni e te mandano a lavora’ sulle soste bone, tutte sostar elle fanno i turni che se le vendono 7 piotte (700 euro, ndr)… hai capito? Ma gente poi che non c’ha la licenza”. La tesi investigativa è che licenze vengano in gran parte assegnate a esponenti della famiglia Tredicine, fra fratelli, cugini, genitori, mogli ecc., per poi finire nella compravendita descritta. “Dalla documentazione acquisita – annota il pm – per i soli anni 2017 e 2018 sono emersi 72 casi di rilascio turni di lavoro in presenza di pendenze tributare, anche significative”, e poi: “Di questi 72 casi, circa l’82% hanno riguardato turni di lavoro ritirati e associati all’Associazione Fivag”, fondata dagli indagati.
Soldi nel pianoforte e I soldi nella cylclette – “Finché c’è Alberto, la categoria non muore”, dicevano i Tredicine, intercettati. E il tenore di vita di Bellucci ne avrebbe giovato. Secondo il gip, “risulta del tutto evidente la sussistenza di una chiara sproporzione fra capacita’ reddituale di circa 2000 euro mensili” e “ammontare del denaro depositato sul conto corrente intestato al Bellucci e alla moglie”. In 13 anni, dal 2005 al 2018 la famiglia ha visto incrementare la “provvista” di circa 195.000 euro, con versamenti in contante per 127.000 euro. E nel 2015 Bellucci ha anche acquistato una casa al Quadraro del valore di 215.000 euro “senza ricorrere a mutui fondiari”. Ma anche ai “sindacalisti” arrestati non è andata male. Durante una prequisizione a casa di Vittorio Baglioni, i finanzieri hanno rilevato la presenza di 216.000 euro in contanti, in parte dentro una cassetta di sicurezza (71.900 euro e anche 350.000 lire) e in parte (144.485 euro) in posti come il pianoforte, lo sgabello dello stesso strumento, il sellino della cyclette e la cappa della cucina. Dino Tredicine, invece, è accusato di autoriciclaggio di oltre 600.000 euro fra libretti di risparmio accesi a nome della moglie e dei figli e polizze vita.
I ricorsi di Bellucci in favore dei Tredicine – Controllato e controllore, ma anche “doppiogiochista”. Alberto Bellucci è anche accusato di preparare ricorsi per i Tredicine ai quali era il suo stesso ufficio a dover rispondere. Nell’ordinanza, il gip scrive che il dipendente comunale “quasi quotidianamente contattava direttamente alcuni commercianti ambulanti per informarli del compimento di atti del Dipartimento, e con la stessa frequenza veniva a propria volta contattato per l’effettuazione di consulenze o pareri che lo stesso Bellucci si presta a predisporre anche in contrasto con posizioni espresse dall’amministrazione comunale ovvero degli stessi atti amministrativi del proprio Dipartimento”. Fra i posti più ambiti ci sono le postazione vicino a monumenti e nei pressi del luoghi di eventi importanti e partecipati, come le partite di calcio. Ma anche il mercato natalizio di Piazza Navona, dove da sempre i Tredicine fanno il bello e il cattivo tempo. È il 22 novembre 2018 e “Bellucci – si legge nel report degli inquirenti – avvisa Mario Tredicine dei controlli che saranno avviati riguardo alla festa di piazza Navona”; e ancora: “Dal tenore della conversazione emerge che il funzionario è al corrente del fatto che i pagamenti pregressi per la Cosap non erano regolari e nonostante ciò non ha mai adottato provvedimenti sospensivi o sanzionatori”.