Era stato condannato a 15 anni per aver causato la morte di quattro pazienti operati da lui: ma la vicenda di Pier Paolo Brega Massone, l’ex primario della clinica Santa Rita di Milano (nota come la ‘clinica degli orrori’) non si è ancora conclusa. La Corte di Cassazione ha confermato il reato di omicidio preterintenzionale, cancellando l’ergastolo a cui il chirurgo era stato precedentemente condannato, ma ha stabilito che una nuova Corte di Assise di appello dovrà rideterminare la pena finale.
La condanna è stata annullata senza rinvio in relazione ad una aggravante, accogliendo una parte del ricorso del procuratore generale di Milano. Respinta invece la richiesta del Pg di tornare alla originaria contestazione. Dichiarato inammissibile il ricorso della difesa di Brega Massone, attualmente ai domiciliari e rappresentato dall’avvocato Nicola Madia del foro di Roma. L’appello ter potrebbe riguardare l’esclusione dell’aggravante del fine di lucro. La vicenda di malasanità era esplosa nel 2008, per una serie di operazioni non necessarie sui pazienti. Ma adesso la Cassazione doveva esprimersi su un altro filone di inchiesta, quello relativo ai quattro pazienti morti in seguito a un’operazione.
Con il verdetto emesso questa sera, i supremi giudici hanno sostanzialmente confermato la sentenza dell’appello bis emessa dalla Corte di Assise di Appello di Milano il 19 ottobre 2018 che si era adeguata alle indicazioni formulate dagli ermellini nel giugno del 2017. La Suprema Corte aveva infatti espresso critiche alla condanna all’ergastolo ritenendo che i giudici di merito avessero “omesso di confrontarsi puntualmente” con la “possibile lettura alternativa” – proposta dalla difesa – per cui la morte dei pazienti sarebbe “preterintenzionale“. Nell’appello bis era stata esclusa anche l’aggravante dei fini di lucro. La motivazione dei giudici dovrebbe essere depositata entro trenta giorni, Brega Massone è stato in carcere per circa dieci anni: uscito a gennaio, finirà di scontare la pena a casa sua, a Pavia.