La riforma della legge elettorale è una delle priorità del patto di governo dopo il via libera al referendum sul taglio dei parlamentari, ma al momento il percorso è rallentato. Il 23 settembre è stata la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni ad annunciare alla Camera la richiesta della commissione Affari costituzionali di far slittare l’approdo in Aula. Il rinvio riguarda la riforma del sistema di voto (inizialmente prevista per il 28 settembre), ma anche il ddl Fornaro sui correttivi da introdurre nella Costituzione (previsto il 25 settembre).
Proprio sulla legge elettorale, il dibattito nei partiti si prospetta molto teso. Il testo-base adottato poco prima del referendum sul taglio dei parlamentari, è il cosiddetto Germanicum: un proporzionale con soglia di sbarramento al 5 per cento. I 5 stelle hanno già fatto sapere che chiederanno l’introduzione delle preferenze. Proprio oggi, sul Fatto quotidiano,10 costituzionalisti hanno lanciato un appello perché sia modificato il sistema delle liste bloccate e il Fatto ha lanciato una petizione (firma qui).
Oggi a sollecitare un’accelerazione è stato il segretario dem Nicola Zingaretti: “Nel Pd”, ha detto a SkyTg24, “abbiamo discusso per sei mesi per cambiare una pessima legge elettorale maggioritaria e c’è un punto di approdo, il testo è stato adottato, un proporzionale con forte spinta verso la correzione maggioritaria, non è che ogni mattina noi ripartiamo da zero. Con tutte le precauzioni bisogna andare avanti e la legge adottata è ottima, il testo tiene insieme elementi proporzionali con una soglia al 5%. In parlamento entrerebbero 5-6 aggregazioni”.
Sulla necessità di procedere spediti, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è espresso. “Tutti, nessuno escluso”, ha detto in una lunga intervista a la Stampa, “hanno evidenziato la necessità di un progetto riformatore ampio che includa anche la riforma della legge elettorale. Questa esigenza non è venuta meno, anzi. Ora dobbiamo accelerare sull’iter già avviato in Parlamento”.