Politica

M5s, a rischio gli 8 parlamentari che hanno votato No al referendum. E i probiviri avviano procedimenti anche sui 30 “morosi”

Sotto accusa è finito il gruppo di eletti che ha deciso di schierarsi contro il taglio dei parlamentari e che avrebbe così violato il "codice etico". Si valuteranno le sanzioni anche per chi si rifiuta di restituire parte dello stipendio. Intanto alle 18 deputati e senatori si riuniranno per parlare di Stati generali e riorganizzazione

I probiviri M5s hanno aperto 8 procedimenti per i parlamentari che hanno votato No al taglio di deputati e senatori e una trentina di fascicoli per i cosiddetti “morosi” delle restituzioni. La notizia è stata anticipata dall’agenzia Adnkoronos earriva in un momento di grande tensione per il Movimento 5 stelle, a pochi giorni dalla débacle elettorale alle Regionali. Proprio oggi alle 18, i gruppi parlamentari si riuniranno per affrontare la questione degli Stati generali e della riorganizzazione. Il rinnovo della figura del capo politico, rinviato da sette mesi, è uno dei nodi che sta creando più malumori all’interno del M5s.

Una delle prime operazioni fatta partire dai vertici è la resa dei conti sui parlamentari che non rispettano o non hanno rispettato le regole del Movimento. Innanzitutto coloro che hanno deciso di votare No al referendum per il taglio dei parlamentari: tra loro ci sono Andrea Colletti, Marinella Pacifico, Elisa Siragusa, Mara Lapia, Matteo Mantero. Questi sono accusati di aver violato il codice etico ignorando quanto scritto nel programma M5s. Ancora più sentito, è il problema di chi si rifiuta di restituire metà dello stipendio come previsto dalle regole interne.

I probiviri, chiamati dallo statuto a decidere eventuali sanzioni, hanno formalmente aperto le procedure, una quarantina in tutto, dando, come da regola, 10 giorni a chi è finito nel mirino per inviare le cosiddette controdeduzioni. Solo una volta analizzate le difese, i probiviri decideranno sul da farsi.