Vero è che in politica i voti non si sommano e non si sottraggono scomponendo a tavolino le alleanze a urne chiuse. Ma siccome è un gioco, facciamolo, giusto per divertirci. Prendiamo lo straripante dato di Vincenzo De Luca in Campania, riconfermato governatore con quasi il 70% delle preferenze.

Sottraiamo il pur buon risultato del Pd, il suo partito. Il primo partito in Campania, con il 17%. De Luca avrebbe comunque ottenuto la maggioranza assoluta, il 53%. Sempre per assurdo – ma mica tanto, in qualche comune Pd e Forza Italia si sono alleati – spostiamo i voti dei dem sulla casella del candidato del centrodestra, Stefano Caldoro.

Il suo modesto 18% si sarebbe innalzato a un meno imbarazzante 35%. E per i fautori dell’alleanza giallo-rosa che ha funzionato molto bene a Caivano, Pomigliano e Giugliano, facciamo lo stesso gioco con la candidata dei Cinque Stelle Valeria Ciarambino: sarebbe salita dal 10 al 27%.

E’ solo un gioco, certo. Ma dice qualcosa. Dice che ormai il peso contrattuale di Vincenzo De Luca è enorme. Dice che De Luca prima o poi troverà un modo per vendicarsi di Nicola Zingaretti che non avrebbe voluto ricandidarlo ed è stato “costretto” a farlo con l’emergenza coronavirus che ha stravolto la narrazione politica e mediatica di queste elezioni.

Dice infine che non vorremmo stare nei panni della segreteria napoletana del Pd chiamata a lavorare sul candidato sindaco di Napoli nel 2021. Elezioni che potrebbero essere finalmente una festa per il centrosinistra, dopo lustri di sconfitte e di vergogne, tra primarie truccate e liste farlocche. De Luca vorrà sicuramente partecipare a questa festa. Avendo il potere di farla fallire.

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