Per la prima volta da quando nel dicembre 2013 è diventato segretario della Lega Nord (poi trasformata in “Lega” e basta), Matteo Salvini si prepara a cedere parte del suo potere nel partito. “Sì, ci sarà una segreteria politica. Io più delego, più sono contento”, ha annunciato a sorpresa a Porta a Porta, aprendo alla possibilità che in futuro alcune decisioni saranno prese in modo collegiale. Una svolta che arriva dopo i risultati all’ultima tornata elettorale: Salvini sperava di ottenere un 7-0, ma si è dovuto accontentare di un 3-3 con il centrosinistra (che ora rischia di diventare pure un 3-4 vista la situazione in Valle D’Aosta). La spallata al governo non c’è stata ed è stato lui stesso nei giorni scorsi ad ammettere la delusione, anche se rivendica le percentuali altissime registrate dal Carroccio in molte Regioni e non ci sta a prendersi tutte le responsabilità: “Al Sud, in Puglia e in Campania, è stata l’offerta del centrodestra in generale a non essere all’altezza”, ha dichiarato al Corriere della Sera.
Parole che hanno dato il via ad attacchi incrociati all’interno della coalizione. Il più duro è stato il governatore della Liguria Giovanni Toti, appena rieletto anche grazie ai voti del Carroccio. “Matteo si concentra solo sulle sue battaglie, va per conto suo. Non è capace di gestire la coalizione”, aveva dichiarato subito dopo l’esito alle urne. Poi ha corretto il tiro, lanciando la proposta di “costruire una costituente del nuovo centrodestra”, in cui Salvini è indubbiamente il leader, “ma dovrebbe togliersi la maglietta della Lega, come fece ai tempi Berlusconi”. Parole condivise anche dalla forzista Mara Carfagna, secondo cui “chi aspira a rappresentare i moderati italiani deve decidere. O resta alla finestra e continua a gridare ‘governo ladro’, oppure fa un onesto tentativo, per il bene del Paese, di formulare proposte costruttive per gestire le risorse in arrivo dall’Ue”. In casa Fratelli d’Italia non ci si è sbilanciati, ma Giorgia Meloni ha rivendicato la bontà della candidatura di Fitto in Puglia e soprattutto la vittoria del suo candidato nelle Marche.
Ma le tensioni si registrano anche dentro via Bellerio, motivo per cui Salvini avrebbe maturato la decisione di lanciare una segreteria politica che lo affianchi nei prossimi mesi. L’idea, emersa dopo l’incontro tra il leader con i commissari regionali avvenuto alla Camera per fare il punto sul risultato alle urne, arriva nel momento in cui “la società ha bisogno di risposte precise”, ha spiegato su Rai1. “Abbiamo creato dei dipartimenti. Quindi non c’è Salvini, c’è Salvini che è parte di una squadra con centinaia di brave persone. C’è il dipartimento per la disabilità con Locatelli, ce ne sarà uno sull’agricoltura e uno sul turismo… Quindi ci stiamo organizzando come un partito vecchia maniera. Non credo – aggiunge Salvini – ai partiti di plastica, alla piattaforma Rousseau e al partito spot. Credo ai consiglieri comunali e regionali”.
Tra i pesi massimi del Carroccio individuati a capo dei nuovi dipartimenti ci sono Gian Marco Centinaio, a cui dovrebbe andare la delega all’Agricoltura e Turismo, Vannia Gava all’Ambiente, Guido Guidesi alle attività produttive, Erika Stefani all’Autonomia, Fillippo Maturi al Benessere degli animali, Lucia Borgonzoni alla Cultura, Roberto Paolo Ferrari alla Difesa, Alessandra Locatelli alla disabilità, Alberto Bagnai all’Economia, Alessandro Morelli all’Editoria e innovazione tecnologica. Poi ci sono Paolo Arrigoni all’Energia, Giancarlo Giorgetti agli Esteri, Luca Toccalini ai Giovani, alla Giustizia Giulia Bongiorno, Edoardo Rixi alle Infrastrutture e Trasporti, Claudio Durigon al Lavoro, Pasquale Pepe alle Politiche per il Mezzogiorno, Alessandro Panza alle politiche per le aree montane, Luca Coletto alla Sanità, Mario Pittoni alla Scuola, Nicola Molteni alla Sicurezza e immigrazione, infine Aurelio Tommasetti all’Università.