In maniera più attiva su Ilva e meno sulla partita della rete autostradale, Morselli avrà un ruolo in entrambi i dossier, tra i più complicati sul tavolo del governo, nel prossimo mese. Ex Olivetti, è anche consigliera di Stm e Telecom Italia
Dall’acciaio alla holding controllata dalla famiglia Benetton. Lucia Morselli è stata cooptata dal cda di Atlantia come consigliera fino al prossimo 30 ottobre, quando l’assemblea degli azionisti tornerà a riunirsi per la nomina del consigliere.
L’amministratrice delegata di ArcelorMittal Italia entra quindi “ad interim” nel board della holding che detiene il controllo di Autostrade per l’Italia. ArcelorMittal e Autostrade sono entrambe impegnate in un serrato braccio di ferro con il governo sul futuro dell’Ilva e delle rete autostradale italiana.
Da fine novembre, l’affittuaria del più grande siderurgico d’Europa potrà restituire le chiavi e abbandonare la gestione pagando una penale di 500 milioni di euro. Atlantia invece è impegnata nella definizione – complicata e in stallo – dell’uscita dal capitale di Autostrade per la battaglia nata dopo il crollo del ponte Morandi.
In maniera più attiva su Ilva e meno sulla partita della rete autostradale, Morselli avrà un ruolo in entrambi i dossier, tra i più complicati sul tavolo del governo. Come consigliera di Atlantia, resterà in carica fino alla prossima assemblea degli azionisti, che sarà convocata per il 30 ottobre proprio per la nomina di un consigliere. Nulla vieta che il suo mandato venga prolungato.
Morselli è anche consigliere di Stm e Telecom Italia. Ha iniziato il suo carriera in Olivetti nel 1982 nella direzione Amministrazione, Finanza e Controllo e nel corso degli anni si è spesso occupata di situazioni scottanti. Storica la vertenza delle acciaierie di Terni, con uno sciopero degli operai durato 36 giorni. Uno dei motivi per i quali la manager ha la fama di “tagliatrice di teste”.
Proprio in virtù di quel suo precedente quando quasi un anno fa venne chiamata dai Mittal alla guida della divisione italiana, i sindacati fiutarono subito le intenzioni della società. Nelle settimane successive iniziò il durissimo scontro con l’avvio dello spegnimento degli impianti, le cause legali e ArcelorMittal fu a un passo dall’addio.
Quindi la lenta e difficoltà ricucitura, ora la ricerca disperata di un accordo in extremis per una newco con l’ingresso di capitale pubblico e la definizione di un nuovo piano industriale. Mentre Morselli continua a cercare di tenere in piedi un dialogo sempre più complicato con i sindacati, sul piede di guerra a causa di impianti che marciano al minimo e il massiccio ricorso alla cassa integrazione, non solo per Covid-19.