Televisione

Ficarra e Picone: “Zaia non è pittoresco come Salvini. La Lega ha offeso il Sud per anni, la gente ha dimenticato”

La coppia di attori festeggia 25 anni di sodalizio artistico e 17 anni assieme dietro il bancone di “Striscia la Notizia”. Ficarra e Picone a IlFattoQuotidiano.it tracciano un bilancio, ammettendo che la satira politica ormai ha stancato e che stanno molto attenti a non finire nel calderone mediatico: “Faremmo lo stesso gioco di chi provoca o dei politici”

di Andrea Conti

Venticinque anni di sodalizio artistico e 17 anni anni insieme dietro il bancone di “Striscia la Notizia”, in onda dal 28 settembre alle 20:35 su Canale 5. Ficarra e Picone durano molto più di un matrimonio normale, anche se rispetto ai sentimenti, i rapporti professionali sono forse una sfida doppia. Assai più difficile sopportarsi e riuscire ad andare avanti eppure loro sono ancora qui, più sorridenti che mai. Il segreto a FQMagazine lo svela subito Valentino Picone sottovoce, durante l’intervista: “Dite a Salvo che non è amico mio, ma un mio collega di lavoro”. E il diretto interessato risponde: “Parla lui che è solo uno spettatore non pagante”.

Venticinque anni insieme, durate molto di più di tante coppie sposate. Qual è il segreto?
Picone: Non c”è niente di preordinato, ci bilanciamo ed equilibriamo. La convivenza è sempre difficile, ma basta capire quali sono le cose dell’altro che non cambieresti mai e custodirle.
Ficarra: Perché non c’è sesso tra di noi! Non abbiamo regole, ma c’è una alchimia che si è stabilita da subito e continuiamo ad averla anche perché le nostre differenze ci uniscono, così come abbiamo in comune il modo di vedere la vita sia dal punto di vista sociale e politico.

Diciassette edizioni alla conduzione di “Striscia la Notizia”, anche con Antonio Ricci ormai è una coppia di fatto?
Picone: Con Antonio ci capiamo al volo ed è sempre una bella esperienza commentare insieme l’attualità e infilarsi dentro le cose più o meno leggere. Ci sono sempre anche servizi e inchieste importanti. Il tutto bilanciato e calibrato in maniera sapiente.
Ficarra: Noi lo abbiamo conosciuto, dopo diverse edizioni perché all’inizio sentivamo solo la voce dal megafono che proveniva dall’ultimo piano del grattacielo tra le nuvole. Pensavamo fosse una figura mitologica, metà uomo e metà toro. Scherzi a parte, abbiamo imparato a conoscerlo negli anni e siamo reciprocamente innamorati l’uno dell’altro. Ci ha sempre riempito di affetto. Quando abbiamo debuttato con le Rane a Siracusa è venuto a Teatro Greco a vederci.

Ricordate il primo incontro con Ricci?
Picone: La prima puntata non si scorda mai. Abbiamo incontrato Antonio, parlato con gli autori, ci hanno fatto vedere lo studio e poi all’improvviso ci dicono ‘ok, va bene andiamo in onda’. Noi abbiamo esclamato ‘ma siete matti?’. La prima diretta è stata molto strana un po’ perché non eravamo abituati e un po’ perché pensi sempre che in quel momento preciso dici una cosa e questa cosa arriva nelle case di milioni di italiani. Dopo anni ci siamo abituati un po’ alla diretta, ma è stata davvero una esperienza molto speciale.
Ficarra: Eravamo nel suo studio e noi che eravamo impauriti abbiamo cercato di fargli cambiare idea, dicendogli che avevamo il teatro, il cinema e lui (lo imita, ndr) ‘mmm ditemi che date avete qui vicino’. Avevamo solo una settimana a Genova ‘mmm bene, va benissimo, allora venite, registrate e poi andate a teatro a Genova’. Una settimana strabiliante: ho perso cinque anni di vita tra stress del viaggio e la responsabilità della nuova sfida della diretta!

I primi tre minuti della trasmissione sono dedicati al vostro commento del giorno. È difficile oggi fare satira politica?
Picone: Dal mio punto di vista non solo è difficile, ma aggiungo anche che è molto meno stimolante perché hai la sensazione di far parte di un circolo mediatico e social che in realtà è una grande farsa. Ormai le dichiarazioni di molti politici sono al limite del grottesco e in evidente malafede. Quindi certe volte per commentarle sembra che diventi loro complice. Però il dovere è sempre quello: ridere e sorridere, quindi ci proviamo.
Ficarra: Purtroppo i politici hanno abdicato alla loro funzione morale e quindi sono diventati più guitti di noi. Ci sono alcuni tra loro che non solo sono impresentabili per le amicizie ‘scomode’, ma anche per le cose che dicono e si rimangiano. Dicono tutto il contrario di tutto, sono presenti sui social e fanno dei post assurdi come fossero ragazzini adolescenti. In questo senso è difficile stargli dietro e per alcuni di loro è come sparare sulla Croce Rossa. Coma fai a superare i loro paradossi e forzare la realtà se già la scassinano col piede di porco?

Il sottotitolo di quest’anno del tg satirico è ‘La voce dell’Insofferenza’. Da dove nasce la vostra insofferenza?Picone: Sono insofferente quando vedo che c’è poco rispetto per il pianeta e per il clima perché nemmeno su questi temi riusciamo a metterci d’accordo. Striscia si occupa spessissimo dell’ambiente perché noi abbiamo il dovere di consegnare un mondo migliore non ai posteri, come si diceva una volta, ma proprio ai nostri figli.
Ficarra: La mia insofferenza nasce dalle persone che parlano a vanvera senza essere titolati a farlo. All’inizio della pandemia sui social ognuno aveva la ricetta di come bisognasse fare con il virus e una settimana dopo erano tutti esperti di Economia. Poi vai a vedere i loro profili e magari fanno tutt’altro nella vita. Ma veramente siamo 60 milioni di virologi, economisti e commissari tecnici?

In questi anni la vostra satira ha colpito diverse volte la Lega. Zaia ha stravinto in Veneto. Finita l’epoca di Salvini?
Picone: Zaia sicuramente non è pittoresco come Salvini però non ho più voglia di entrare nel loro dibattito interno. È comunque gente che ha colpito l’Italia del Sud e oggi hanno spostato la loro latitudine colpendo il Sud del mondo. Oggi vedo molti che dicono ad ogni loro dichiarazione annuiscono: ‘però in fin dei conti’, ‘però effettivamente’ dimenticandosi le offese al Sud che sono arrivate da quella parte. Non vi sorge il dubbio che hanno solo cambiato bersaglio?
Ficarra: Salvini chi? (scoppia a ridere, ndr)

Da attenti osservatori della società, in quale direzione stanno andando gli italiani?
Picone: Non saprei dirlo ma basterebbe che guardassero dieci minuti di Striscia per ridere e ironizzare. Se c’è una cosa che Striscia fa è proprio quella di ironizzare su tutto e in primis lo fa su se stessa.
Ficarra: Vanno contromano, ubriachi e col telefonino in mano (ride, ndr).

Sui social siete quasi degli alieni perché condividete spesso spunti di riflessione dal tema “sessualità e disabilità” al “cambiamento climatico”, senza spazio alle polemiche. È voluto?
Picone: Non vogliamo entrare in polemiche e fare il gioco degli altri. Non è più stimolante come prima, siamo in un circolo mediatico a chi la spara più grossa e i mass media danno troppa importanza a quei quattro che scrivono sui social un commento che diventa poi una prima pagina. Stiamo parlando delle stesse persone che il giorno prima commentano il ‘Grande Fratello’ e l’indomani dicono la loro su una cosa importante. Bisogna fare un passo indietro e dare spazio a temi come la disabilità che nel nostro Paese non ha mai trovato il giusto spazio ed è un tema molto delicato, fondamentale. Con Ficarra abbiamo girato all’estero e ci siamo accorti come in alcuni Paesi, come ad esempio l’America e il Canada, ci fosse gente con disabilità gravissime che entrava nei negozi, faceva la fila cassa, pagava e se ne andava. Tutto in assoluta normalità. Non percepivi la disabilità perché c’erano strutture accessibili per chiunque, altroché accompagnatore! Questi disabili che abbiamo visto facevano quello che volevano. Invece ci ritroviamo in Italia a denunciare grazie a Striscia il fatto che c’è ancora gente che parcheggia nei posti riservati ai disabili o che il Comune non rimuove le barriere architettoniche!
Ficarra: Il grado di civiltà lo si misura dalla capacità di prendersi cura delle persone che hanno dei problemi, che non hanno la possibilità di muoversi e dalla capacità di preservare l’ambiente. Due indici fondamentali della civiltà di un popolo. Quando vedo che c’è una persona che occupa un parcheggio per disabili penso che siamo al Medioevo e quando glielo fai notare, ti rispondono ‘eh ma è solo per un attimo’. E no, non lo concepisco.

Il lockdown ha fermato il vostro progetto teatrale “Abbiamo fatto…25 anni” di 120 date in otto mesi…
Picone: Al momento è tutto annullato ed era una grande festa e impostata come tale. Con le norme vigenti non ce la siamo sentita di poter realizzare questo progetto e con le modalità previste.
Ficarra: Lo spettacolo comico ha necessità di avere un pubblico che sia libero dai pensieri e possa sedersi uno accanto all’altro per ridere anche della sua risata, un atto coinvolgente. Al momento non è possibile, ma ci auguriamo che possa sbloccarsi la situazione.

Avete in cantiere un altro film dopo il successo de “Il primo Natale” che ha incassato 15.300.000 euro?
Picone: No, ma i film ti capitano oppure metti insieme tante idee che hai nel cassetto e capisci che può venirne fuori una storia. Per citare ‘Rambo’ forse sono le storie che stanno cercando noi. Le aspettiamo. Possiamo stare anni senza fare un film perché non abbiamo l’urgenza di raccontare, poi come è capitato per L’ora Legale o ‘Il primo Natale’, si raccendono magicamente i motori.
Ficarra: Cerchiamo di portare avanti progetti e qualcosa succederà. Noi siamo sicuri che si tornerà di nuovo a teatro e al cinema in maniera prepotente e anche a breve. Non si può rinunciare a vivere una emozione.

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