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Francia, sindache contro restrizioni per Covid. A Marsiglia l’annuncio del Comune: “Non faremo le multe ai ristoranti e ai bar aperti”

Nonostante l'elevato e preoccupante aumento di contagi, da Parigi a Aix-en-Provence le amministrazioni si stanno opponendo alle nuove restrizioni decise dal governo. Una protesta iniziata nelle scorse ore e che oggi è culminata nella manifestazione di centinaia di commercianti nel Sud del Paese

In Francia cresce la tensione e non solo per l’elevato numero di contagi da Covid (16mila positivi registrati solo giovedì 24 settembre): da Parigi a Marsiglia passando per Aix-en-Provence, le sindache si stanno opponendo alle nuove restrizioni decise dal governo. Una protesta iniziata nelle scorse ore e che oggi è culminata nella manifestazione di centinaia di commercianti a Marsiglia. La vicesindaca socialista della città del Sud della Francia Samia Ghali, in contemporanea, ha annunciato a BFM Tv che “la polizia municipale non farà le multe ai ristoranti e ai bar aperti”: “Hanno altri compiti. Preferirei che la polizia si trovasse dove c’è bisogno, dove ci sono violenze, furti, traffico di droga, non a fare multe a commercianti che cercano di guadagnarsi la vita e far funzionare l’economia del Paese”.

A Marsiglia le autorità locali e i dimostranti sostengono che le misure non siano necessarie perché l’aumento dei casi a Marsiglia si sarebbe stabilizzato e quindi il governo di Parigi starebbe colpendo indebitamente l’area. La prima a protestare, nelle scorse ore, era stata proprio la sindaca di Marsiglia Michèle Rubirola (Verdi). Il governo, al contrario, afferma che gli ospedali della città sono in difficoltà e che la chiusura sia l’unica via per frenare la diffusione della malattia, evitando nuovi lockdown. Parigi ha ordinato anche misure meno severe per una decina di città, tra cui la stessa capitale, dove il numero di contagi cresce, ma il tasso d’infezione per 100mila persone è minore rispetto a Marsiglia.

Mercoledì 23 settembre il governo francese, per fronteggiare l’aumento dei contagi, ha chiesto la chiusura completa di bar e ristoranti nell’area tra Marsiglia e Aix-en-Provence e chiusura anticipata alle 22 per Parigi. Una decisione che ha provocato la reazione delle amministratrici locali. Tra queste la sindaca repubblicana di Aix-en-Provence Maryse Joissains: “Chiudi il becco Véran!”, ha detto rivolta al ministro della Salute Olivier Véran. La prima cittadina ha quindi equiparato la chiusura di bar e ristoranti nella zona ad una “catastrofe”. L’area tra Aix e Marsiglia è in “allerta massima”, con un tasso di incidenza del virus superiore a 250 casi di Covid-19 per 100.000 abitanti. “Abbiamo cinque malati in rianimazione e dieci persone ricoverate in tutta la città”, ha detto ancora Joissains, secondo cui l’esecutivo di Parigi si spinge troppo lontano, instaurando un “clima ansiogeno”. Irritata anche la prima cittadina di Parigi, Anne Hidalgo. In tv, la prima cittadina socialista ha bocciato le “misure molto restrittive” annunciate e decise “purtroppo, senza concertazione”. Quindi l’amarezza di essere stata avvertita solo “un’ora prima” e l’incomprensione per la chiusura delle palestre. “Mi chiedo in cosa il fatto di non praticare più sport ci possa aiutare…”.

Secondo il presidente repubblicano della regione Provence-Alpes-Cote d’Azur (Paca) Renaud Muselier, si tratta di una “punizione collettiva” e presenterà un esposto contro la chiusura di bar e ristoranti. “Molto, molto arrabbiato” anche il principale sindacato dei ristoratori di Aix e Marsiglia. “Abbiamo quasi l’impressione che Parigi consideri Marsiglia come un pesce piccolo che non c’è nemmeno bisogno di avvertire”, ha detto Bernard Marty.

A Marsiglia era stato anche il vicesindaco Benoit Payan a prendere la parola denunciando il presunto “affronto” da parte dell’amministrazione Macron. E non solo: Payan ha chiesto una proroga di dieci giorni prima di mettere in esecuzione le misure restrittive. Ma il governo ha rifiutato, alla luce della gravità della situazione sanitaria. “A un certo punto, quando si tratta di proteggere la vita delle persone – ha avvertito Véran intervenendo in Senato – deve prevalere il principio della responsabilità”. “Secondo gli indicatori, siamo in una situazione in cui non possiamo permetterci di aspettare 10 giorni di più“, ha puntualizzato l’esecutivo citato da Bfm-Tv. Una posizione che il premier Jean Castex ha difeso il 24 settembre nel suo primo dibattito tv da quando si è insediato a Matignon.