Più dell’80 per cento degli inglesi non rispetta le regole per l’auto-isolamento, previsto in Gran Bretagna per chi ha i sintomi del Covid o è venuto a contatto con una persona positiva. Mentre i contagi nel Paese giovedì hanno registrato un nuovo record giornaliero da maggio (6.634 nuovi casi), Reuters svela i risultati di una ricerca condotta dal King’s College di Londra, che solleva molti dubbi sulla strategia del Test and Trace portata avanti dal premier Boris Johnson. Il programma cerca di tenere sotto controllo l’aumento del numero di positivi con restrizioni per i soggetti a rischio. “Siamo un Paese che ama la libertà“, aveva spiegato lo stesso Johnson, rispondendo a chi gli chiedeva perché l’Italia fosse riuscita per ora a contenere la seconda ondata. “Anche noi italiani amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore anche la serietà”, è stata la replica del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Lo studio del King’s College sembra però confermare l’allergia degli inglesi alle restrizioni anti-coronavirus: solo il 18,2% delle persone che hanno riferito di avere sintomi nei sette giorni precedenti, non è uscita di casa da quando i sintomi si sono sviluppati. Inoltre, spiega sempre Reuters, solo l’11,9% ha richiesto un tampone per il coronavirus. A completare il quadro il dato sulle persone a cui è stato chiesto di auto-isolarsi in base alla schema del Test and Trace: solo il 10,9% delle persone ha rispetto le prescrizioni per tutti i 14 giorni, come richiesto.
L’Office for National Statistics stima che la scorsa settimana in Inghilterra si siano verificate circa 9.600 nuove infezioni al giorno, un aumento del 60% rispetto alla settimana precedente. L’incremento maggiore si registra tra i giovani di età compresa tra 17 e i 24 anni. Come raccontato da ilfattoquotidiano.it, la città di Londra è ormai semi-deserta, ma questo non ha impedito assembramenti senza mascherina nei luoghi della movida. Il governo per ora ha reagito ordinando il coprifuoco alle 22 per pub e ristoranti e pesanti multe per chi viola le misure restrittive. Nel frattempo in diverse città britanniche, tra cui Leeds, Cardiff, Swansea e Llanelli, sono stati imposti dei lockdown locali dopo l’aumento dei contagi. La situazione resta sotto stretto monitoraggio anche nella stessa Londra: la capitale potrebbe dover affrontare nuove restrizioni se aumenterà il tasso delle infezioni.
Lo studio del King’s College ha utilizzato i dati raccolti tra il 2 marzo e il 5 agosto e ha coinvolto 31.787 persone sopra i 16 anni di età. I ricercatori hanno cercato di capire anche come mai gli inglesi non rispettano le restrizioni previste. I motivi variano dalla non conoscenza delle linee guida del governo fino all’incapacità di riconoscere i sintomi come la tosse o la perdita di gusto e olfatto. C’è anche una motivazione economica, sostengono i ricercatore, spiegando che un sostegno finanziario per chi finisce in auto-isolamento potrebbe incoraggiare l’adesione alle restrizioni. Infine, evidenzia Reuters, c’è l’insuccesso delle politiche di Johnson: basti pensare che l’app per il tracciamento dei contatti è stata lanciata in Gran Bretagna solamente giovedì.