Cancellare il debito ai Paesi più poveri, e abolire tutti i paradisi fiscalì per i più ricchi del pianeta. Una duplice richiesta lanciata da Papa Francesco alle Nazioni Unite. In un videomessaggio inviato all’Onu in occasione dell’assemblea generale per i 75 anni del Palazzo di Vetro, il pontefice ha rinnovato il suo appello volto a “ridurre o condonare il debito che pesa nei bilanci dei più poveri” nonché a “impegnarsi per la chiusura dei paradisi fiscali, prevenire l’evasione e il riciclaggio di denaro, perché questo è il momento propizio per rinnovare l’architettura internazionale”. Infatti, spiega il Bergoglio, “la crisi attuale è un’opportunità: è un’opportunità per l’Onu, è un’opportunità per generare una società più fraterna e compassionevole. Ciò include il riconsiderare il ruolo delle istituzioni economiche e finanziarie, come quelle di Bretton-Woods, che devono rispondere al rapido aumento delle disuguaglianze tra i super ricchi e i permanentemente poveri”.
Nel suo lungo discorso il Papa ha fatto appello anche a smantellare la logica della “deterrenza nucleare”, mentre il progresso tecnologico, con le frontiere avanzate dell’intelligenza artificiale e della robotizzazione generalizzata, “è utile e necessario purché serva a far sì che il lavoro delle persone sia più dignitoso, più sicuro, meno gravoso e spossante”. Il Papa ha ribadito anche il richiamo alla politica e al settore privato “ad adottare le misure adeguate a garantire l’accesso ai vaccini contro il Covid-19 e alle tecnologie essenziali necessarie per assistere i malati”. E, anzi, ha chiesto che se bisogna privilegiare qualcuno, “che sia il più povero, il più vulnerabile“. Il Papa ha inoltre definito le crisi umanitarie come un fenomeno diventato “status quo”. E, parlando di migranti, “fatto ancor più grave, in migliaia vengono intercettati in mare e rispediti con la forza in campi di detenzione dove sopportano torture e abusi. Molti sono vittime della tratta, della schiavitù sessuale o del lavoro forzato, sfruttati in compiti umilianti, senza un salario equo. Tutto ciò è intollerabile, ma oggi è una realtà che molti ignorano intenzionalmente”.
La parte importante del discorso di Francesco, però, è soprattutto quella legata alla richiesta di trasparenza delle finanze, uno degli obiettivi cardine del suo pontificato, che è anche all’orgine della dura decisione presa dal Papa nei confronti del cardinale Angelo Becciu. Una richiesta avanzata in una settimana importante per il Vaticano. A partire dal 29 settembre sono infatti attesi all’interno delle mura leonine gli ispettori del Moneyval, il Comitato del Consiglio d’Europa che valuta il rispetto degli standard di trasparenza finanziaria degli Stati che volontariamente si sottopongono a questi controlli.
Il check era in agenda ad aprile ma a causa dell’emergenza Covid era stato rinviato appunto alla fine di settembre. Le ultime visite avevano dato un riscontro positivo all’opera di riforma della Santa Sede e questo che si prepara potrebbe dunque essere l’ultimo “voto” degli ispettori per far sì che il Vaticano sbarchi nella cosiddetta ‘white list’, l’elenco dei Paesi promossi per la gestione dei bilanci, la lotta alla corruzione e al riciclaggio. Un grande traguardo, se verrà raggiunto, per un Vaticano che nei decenni passati si era distinto invece per una certa opacità nel maneggiare i soldi. Lo Ior, la “banca del Papa“, ha da diversi anni cambiato pelle dando un bel colpo di forbice a tanti conti correnti che nulla avevano a che fare con le “opere di religione“, l’obiettivo dell’istituto contenuto nella stessa denominazione dell’ente.
E allora la vicenda di Becciu in qualche modo – fanno notare fonti interne al Vaticano – potrebbe essere connessa anche a questa ispezione; per evitare che la vicenda dei 100mila euro alla diocesi di Ozieri, all’attenzione dei magistrati vaticani e anche della Guardia di Finanza italiana, rischiasse di creare un ulteriore neo nelle finanze già messe a dura prova dalla storia del palazzo di Londra. D’altronde, nell’ultima visita, quella del 2017, si evidenziava: “Lo Stato della Città del Vaticano ha compiuto progressi nella lotta contro il riciclaggio di denaro, ma deve intensificare gli sforzi per ottenere l’avvio di procedure giudiziarie”. E i giudici hanno dunque deciso di accelerare le loro attività.
Cronaca
Papa Francesco all’Onu: “Condonare il debito dei Paesi poveri e chiudere i paradisi fiscali, prevenire l’evasione e il riciclaggio”
"Questo è il momento propizio per rinnovare l’architettura internazionale", ha detto il pontefice in un videomessaggio inviato alle Nazioni Unite in occasione dell’assemblea generale per i 75 anni del Palazzo di Vetro. Bergoglio ha anche chiesto di "garantire l’accesso ai vaccini contro il Covid-19”. E se bisogna privilegiare qualcuno, "che sia il più povero, il più vulnerabile"
Cancellare il debito ai Paesi più poveri, e abolire tutti i paradisi fiscalì per i più ricchi del pianeta. Una duplice richiesta lanciata da Papa Francesco alle Nazioni Unite. In un videomessaggio inviato all’Onu in occasione dell’assemblea generale per i 75 anni del Palazzo di Vetro, il pontefice ha rinnovato il suo appello volto a “ridurre o condonare il debito che pesa nei bilanci dei più poveri” nonché a “impegnarsi per la chiusura dei paradisi fiscali, prevenire l’evasione e il riciclaggio di denaro, perché questo è il momento propizio per rinnovare l’architettura internazionale”. Infatti, spiega il Bergoglio, “la crisi attuale è un’opportunità: è un’opportunità per l’Onu, è un’opportunità per generare una società più fraterna e compassionevole. Ciò include il riconsiderare il ruolo delle istituzioni economiche e finanziarie, come quelle di Bretton-Woods, che devono rispondere al rapido aumento delle disuguaglianze tra i super ricchi e i permanentemente poveri”.
Nel suo lungo discorso il Papa ha fatto appello anche a smantellare la logica della “deterrenza nucleare”, mentre il progresso tecnologico, con le frontiere avanzate dell’intelligenza artificiale e della robotizzazione generalizzata, “è utile e necessario purché serva a far sì che il lavoro delle persone sia più dignitoso, più sicuro, meno gravoso e spossante”. Il Papa ha ribadito anche il richiamo alla politica e al settore privato “ad adottare le misure adeguate a garantire l’accesso ai vaccini contro il Covid-19 e alle tecnologie essenziali necessarie per assistere i malati”. E, anzi, ha chiesto che se bisogna privilegiare qualcuno, “che sia il più povero, il più vulnerabile“. Il Papa ha inoltre definito le crisi umanitarie come un fenomeno diventato “status quo”. E, parlando di migranti, “fatto ancor più grave, in migliaia vengono intercettati in mare e rispediti con la forza in campi di detenzione dove sopportano torture e abusi. Molti sono vittime della tratta, della schiavitù sessuale o del lavoro forzato, sfruttati in compiti umilianti, senza un salario equo. Tutto ciò è intollerabile, ma oggi è una realtà che molti ignorano intenzionalmente”.
La parte importante del discorso di Francesco, però, è soprattutto quella legata alla richiesta di trasparenza delle finanze, uno degli obiettivi cardine del suo pontificato, che è anche all’orgine della dura decisione presa dal Papa nei confronti del cardinale Angelo Becciu. Una richiesta avanzata in una settimana importante per il Vaticano. A partire dal 29 settembre sono infatti attesi all’interno delle mura leonine gli ispettori del Moneyval, il Comitato del Consiglio d’Europa che valuta il rispetto degli standard di trasparenza finanziaria degli Stati che volontariamente si sottopongono a questi controlli.
Il check era in agenda ad aprile ma a causa dell’emergenza Covid era stato rinviato appunto alla fine di settembre. Le ultime visite avevano dato un riscontro positivo all’opera di riforma della Santa Sede e questo che si prepara potrebbe dunque essere l’ultimo “voto” degli ispettori per far sì che il Vaticano sbarchi nella cosiddetta ‘white list’, l’elenco dei Paesi promossi per la gestione dei bilanci, la lotta alla corruzione e al riciclaggio. Un grande traguardo, se verrà raggiunto, per un Vaticano che nei decenni passati si era distinto invece per una certa opacità nel maneggiare i soldi. Lo Ior, la “banca del Papa“, ha da diversi anni cambiato pelle dando un bel colpo di forbice a tanti conti correnti che nulla avevano a che fare con le “opere di religione“, l’obiettivo dell’istituto contenuto nella stessa denominazione dell’ente.
E allora la vicenda di Becciu in qualche modo – fanno notare fonti interne al Vaticano – potrebbe essere connessa anche a questa ispezione; per evitare che la vicenda dei 100mila euro alla diocesi di Ozieri, all’attenzione dei magistrati vaticani e anche della Guardia di Finanza italiana, rischiasse di creare un ulteriore neo nelle finanze già messe a dura prova dalla storia del palazzo di Londra. D’altronde, nell’ultima visita, quella del 2017, si evidenziava: “Lo Stato della Città del Vaticano ha compiuto progressi nella lotta contro il riciclaggio di denaro, ma deve intensificare gli sforzi per ottenere l’avvio di procedure giudiziarie”. E i giudici hanno dunque deciso di accelerare le loro attività.
Articolo Precedente
Coronavirus, Report Iss: 12 regioni con Rt sopra 1. “Peggioramento progressivo”. Sale la percentuale dei ricoverati in terapia intensiva
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Raid russi contro infrastrutture energetiche: Kiev risponde usando per la prima volta i jet francesi. Zelensky in Sudafrica il 10 aprile
Zonaeuro
L’assalto all’Ue dei lobbisti delle armi: 18 incontri con i commissari nei primi tre mesi del von der Leyen II. E il budget dei gruppi di pressione fa +40% in un anno
Mondo
Ucraina, Mattarella: “Una pace basata sulla prepotenza non durerebbe”. Anche l’Italia al vertice di Parigi: “Si parlerà di invio di truppe”
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.