La riapertura degli stadi porta con sé “criticità” e un “potenziale rischio” che “non possono essere sottovalutate”. Serve “cautela” e non un’accelerazione come quella impressa dalle Regioni sul ritorno dei tifosi negli impianti sportivi, avvisa Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico. E “contrarietà” è stata nuovamente espressa dal ministero della Salute, questa volta per bocca della sottosegretaria Sandra Zampa dopo il no di Roberto Speranza negli scorsi giorni. Stessa lunghezza d’onda per Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità: “Non credo che possiamo permetterci altre aperture poco gestibili come nel caso degli stadi”. La cautela, ha aggiunto, “è d’obbligo” e “sarà comunque necessaria una disciplina molto rigorosa da parte dei tifosi”.
“Il mio parere da un punto di vista squisitamente medico è che è indubbio che la riapertura degli stadi presenta delle situazioni e delle connotazioni di criticità e di potenziale rischio che non possono essere sottovalutate”, ha chiarito Locatelli. “È una situazione complessa che credo meriti attenzione nella valutazione e credo anche significativa cautela, in una fase in cui abbiamo proceduto con la riapertura delle scuole che era la priorità del Paese”, ha continuato il presidente del Consiglio superiore di sanità all’indomani del documento condiviso dalla Conferenza delle Regioni per riportare i tifosi sugli spalti con un riempimento del 25% della capienza degli impianti.
“Dobbiamo essere un pò più cauti su un aspetto che è certamente importante nella vita sociale di tante persone che sono appassionate di calcio – ha sottolineato Locatelli – ma che non è così imprescindibile come invece è la scuola. Quindi, personalmente andrei particolarmente cauto”. Anche la sottosegretaria alla Salute – mentre il viceministro Pierpaolo Sileri insiste – ribadisce che “siamo contrari” perché “prima bisogna vedere l’impatto della riapertura delle scuole e dopo si potrà aprire una riflessione sugli stadi”. Intervendo a Radio24, Zampa ha ricordato: “Il ministro Speranza ha ribadito ieri che prima ci sono le scuole e altre priorità, poi ci occuperemo degli stadi”. Se le Regioni insistono, “ci troveremmo nella stessa situazione che si è creata con le discoteche, quando poi il ministro, visto il disastro, ha dovuto imporre la chiusura”.
Locatelli è entrato anche nei dettagli operativi della riapertura: “Non si fa riferimento solo al riempimento dei settori, ma vengono ad essere coinvolte pure altre situazioni sia in termini di trasporto, perché – ha sottolineato – evidentemente incrementare di molto il numero delle persone che vanno allo stadio vuol dire anche affollare potenzialmente mezzi pubblici, sia che pertengono ai percorsi di entrata e uscita dagli stadi”.