Le previsioni degli esperti raccontano una realtà destinata a peggiorare nelle prossime settimane, mentre i report del King’s College segnalano violazioni di massa dell’isolamento. La situazione dei contagi di coronavirus nel Regno Unito – Paese europeo con il maggior numero di vittime legate alla pandemia, con circa 42mila morti confermati – sta degenerando: secondo uno dei consulenti scientifici del governo, l’esperto di modelli di malattie infettive, Graham Medley, che partecipa allo Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage), la Gran Bretagna può aspettarsi cento morti al giorno per coronavirus entro tre o quattro settimane. “I trattamenti sono migliorati – ha detto alla Bbc Radio 4 -, il modo in cui il virus si sta trasmettendo sarà diverso, ma inevitabilmente ci sarà un incremento. Le cose che facciamo ora non impediranno a 100 persone di morire ogni giorno, ma eviteranno numeri molti più alti”.

Ma nonostante le previsioni, come è successo lo scorso fine settimana, anche questo sabato almeno 15mila manifestanti ‘negazionisti’ contrari alle restrizioni anti-coronavirus si sono ammassati a Trafalgar Square e a Hyde Park, dove ci sono stati scontri con la polizia. Tra i partecipanti, scrivono i tabloid britannici, c’è anche Piers Corbyn, fratello del’ex leader laburista Jeremy, accanto a David Icke, uno dei leader anti-lockdown, che sostiene la teoria cospirazionista che la diffusione del coronavirus sia collegato alla tecnologia 5G. Ai manifestanti, che non hanno rispettato nessuna misura di distanziamento, è stato intimato di sgomberare la piazza se non vogliono incorrere in sanzioni. Dopo il lancio di bottiglie da parte di alcuni, gli agenti sono intervenuti con forza, usando i manganelli contro la folla. In un comunicato, la Metropolitan Police afferma che i manifestanti, a causa del mancato rispetto delle regole, “stanno mettendo le persone a rischio di trasmettere il virus“. In precedenza, riportano i media britannici, alla manifestazione era intervenuto il teorico cospirazionista Icke, applaudito dalla folla, che intonava slogan come, “Vinceremo”. Ma alcuni speaker al corteo negano di essere cospirazionisti e sostengono che si stanno battendo per libertà di espressione e diritti umani. Una libertà rivendicata tra le polemiche anche dal premier britannico Boris Johnson.

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