Nella lettera si chiede di nominare al più presto i docenti di matematica, fisica, scienze, latino. Poi c'è il problema della didattica a distanza: "La maggioranza delle classi è divisa in due gruppi: il 50% segue le lezioni in classe e il restante 50% segue da casa". Ma la rete della scuola è troppo lenta. Ultimo capitolo, gli infissi: "Come pensiamo di far circolare l’aria all’interno delle classi se la Provincia non provvede a sistemare le finestre rotte ormai da anni?"
Mancano i docenti, la didattica a distanza organizzata per metà delle classi non funziona a causa della connessione, le finestre non si possono aprire. A denunciare la situazione del liceo Scientifico “Primo Levi” di Roma sono i genitori dei ragazzi che lo frequentano. Stanchi della situazione che i loro figli devono vivere ogni giorno hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Rocco Pinneri. Due pagine per spiegare i problemi che dal 14 settembre stanno vivendo.
Prima questione: mancano i docenti delle materie scientifiche. Al 25 settembre ancora non ci sono in cattedra i professori di matematica, fisica, scienze, latino. “Il nostro – spiegano mamme e papà – è un liceo scientifico e la carenza di insegnati di materie di indirizzo è molto grave, soprattutto per chi frequenta l’ultimo anno”. Secondo aspetto: la didattica a distanza. “La maggioranza delle classi è divisa in due gruppi: il 50% segue le lezioni in classe e il restante 50% segue da casa attraverso la Dad, scambiandosi a giorni alterni. A causa della mancanza di banchi monoposto e per le dovute precauzioni da adottare ai fini della prevenzione del contagio da Covid-19, l’istituto ha ritenuto opportuno alternare la presenza in classe dei ragazzi, (ad eccezione delle prime), comportando notevoli disagi a tutte le classi e in particole alle classi quinte, che avrebbero necessità di frequentare quotidianamente in previsione della preparazione alla maturità”, scrivono i genitori.
Terzo problema: i collegamenti online. Non funzionano. “La rete internet della scuola, sulla quale si vanno ad appoggiare contemporaneamente circa 40 videoconferenze in uscita dalle singole classi, non è adeguata. Alcuni docenti – spiegano i parenti degli studenti – hanno dovuto acquistare con mezzi propri ripetitori di segnale o si servono della rete dati del proprio apparecchio mobile per sopperire alla mancanza dell’infrastruttura scolastica, ma in molte classi la lezione online non è facilmente fruibile”. Infine il tema degli infissi. Secondo le norme le finestre andrebbero tenute aperte durante le lezioni ma al “Primo Levi “ è impossibile. I genitori sono consapevoli anche del fatto che ancora non è stato assegnato il personale Ata aggiuntivo richiesto per l’emergenza.
“Come pensiamo di fronteggiare una situazione di emergenza sanitaria senza il personale adeguato per poter sanificare tutti gli ambienti con la frequenza necessaria? Come pensiamo di far circolare l’aria all’interno delle classi se la Provincia non provvede a sistemare le finestre rotte ormai da anni? Come possiamo garantire il distanziamento senza i banchi monoposto?”. Interrogativi ai quali dovrà rispondere la ministra Azzolina o il dirigente dell’ufficio scolastico regionale Pinneri. La preoccupazione dei genitori è parecchia: “I nostri figli hanno diritto ad avere certezze in merito alla didattica, alla formazione e all’educazione e che le famiglie abbiano diritto a ricevere risposte da parte dell’amministrazione. Riprendere l’anno scolastico a fasi alterne e non in presenza comporta notevoli disagi per gli studenti tutti”.