Meno tamponi ai calciatori: non più ogni 3-4 giorni, secondo quel rigido protocollo scritto dalla Figc che aveva permesso alla Serie A di tornare a giocare e concludere la precedente stagione, pur tra mille sforzi ed esborsi supplementari. Ora basterà un esame prima della partita, proprio come chiedevano i club. La trattativa andava avanti da tempo, con la pressione di Figc e Serie A che aveva incontrato l’appoggio del Ministero, ma non quello del Comitato tecnico-scientifico che ha rinviato per settimane la questione, tanto che alla prima giornata di campionato si è arrivati ancora con le vecchie regole, nel malumore di presidenti e giocatori. Ieri il via libera ufficiale, annunciato dal ministro Vincenzo Spadafora: “Ho appena comunicato al presidente Gravina che il Comitato tecnico scientifico, che ringrazio, ha valutato positivamente la nostra proposta sulla riduzione dei tamponi, andando anche oltre la richiesta della Figc: da oggi infatti, come già previsto per le competizioni internazionali, i giocatori dovranno obbligatoriamente sottoporsi al tampone solo nelle 48 ore precedenti le competizioni”.
Il calcio italiano ha vinto la sua prima partita. Ancor più che sulla riapertura degli stadi, infatti, la Figc aveva fissato la priorità proprio nell’alleggerimento del protocollo sui tamponi. Sempre di soldi si tratta: tra giugno e agosto i club professionistici hanno effettuato 56mila tamponi e 17mila test seriologici, per un costo di oltre 8 milioni di euro. Cifre enormi per soltanto tre mesi, immaginate la proiezione sull’intera stagione. Ora ce ne vorrà solo uno a settimana (al massimo due per chi giocherà coppe o turni infrasettimanali): tutto più gestibile, e meno costoso. Certo, così viene meno il principio della “bolla” e l’utopia di un campionato “Covid free”: fin qui i positivi erano stati isolati immediatamente, grazie proprio alla fitta rete di esami; diminuendo i controlli è inevitabile che aumentino le possibilità di contagi estesi all’interno della stessa squadra. Potrebbe anche essere un’arma a doppio taglio.
La Serie A, comunque, ha avuto ciò che voleva e adesso potrà concentrarsi sull’altro, grande obiettivo, gli stadi appunto. Anche se su questo fronte arrivano segnali meno incoraggianti: la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, dopo la presa di posizione del ministro Speranza, ha ribadito che il governo è contrario alla proposta che prevede una riapertura fino al 25%. Il dossier, approvato all’unanimità dalla Conferenza Stato-Regioni guidata dal governatore Bonaccini (il capofila degli aperturisti), deve adesso passare dal vaglio del Cts: il parere è atteso entro martedì e dovrebbe essere negativo, o comunque porre condizioni più stringenti. La trattativa continua in vista di metà ottobre, dopo la sosta delle nazionali e la pubblicazione del nuovo Dpcm. Intanto per questo weekend allo stadio ci saranno massimo mille spettatori, o nemmeno quelli: a Crotone la società, ancora in attesa dell’ordinanza regionale, ha comunicato di non riuscire a organizzarsi in tempo, così lo Scida resterà a porte chiuse per la gara col Milan.
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