Bocciata da una maggioranza dei 26 cantoni e semi-cantoni l’iniziativa della destra sovranista “Per un’immigrazione moderata” che chiedeva la fine della libera circolazione delle persone tra Svizzera e Ue. Un risultato già anticipato dalle proiezioni dell’istituto gfs-Bern, secondo cui circa il 63% degli elettori ha respinto l’iniziativa popolare promossa dal partito di destra sovranista Unione democratica del centro. Per essere accettate le iniziative popolari devono essere approvate dalla doppia maggioranza del popolo e dei Cantoni. Ma in controtendenza rispetto al risultato che si profila a livello nazionale, riferiscono i media svizzeri, gli elettori del canton Ticino hanno approvato l’iniziativa con il 53,1% di voti a favore e 46,9 contrari.

Nel 1999 Berna e Bruxelles hanno firmato sette accordi bilaterali, poi confermati da referendum in Svizzera. L’accordo sulla libera circolazione, contiene la cosiddetta “clausola ghigliottina”, in base al quale la disdetta di ognuno degli accordi comporta la disdetta di tutti gli altri. La vittoria del Si, avrebbe avuto dunque anche un impatto su diversi accordi che riguardano trasporti aerei e terrestri, ricerca, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio e appalti pubblici.

Paese con poco più di 8,6 milioni di abitanti, la Svizzera conta più di due milioni di residenti stranieri. Gli italiani sono più di 640mila, più della metà dei quali con la doppia cittadinanza, senza contare i frontalieri che ogni giorno varcano il confine per andare al lavoro. Ogni giorno lo fanno circa 76mila connazionali ed è significativo che il governo elvetico non abbia mai bloccato il loro ingresso, anche nei giorni più bui dell’epidemia di coronavirus in Lombardia. Senza i medici e gli infermieri provenienti dall’Italia, la sanità del Ticino si sarebbe trovata in grave difficoltà. Oggi gli elettori, oltre a pronunciarsi sulla loro “Brexit”, hanno approvato anche un congedo di paternità di due settimane e bocciato ulteriori deduzioni fiscali per i figli, mentre rimangono in bilico i referendum per permettere la caccia al lupo e vietare l’acquisto di nuovi aerei da combattimento.

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