Televisione

Ares Gate, Manuela Arcuri difende Tarallo: “Un uomo generoso e protettivo. Le accuse? Non si gioca così con la vita delle persone”

L'attrice ha scelto Dagospia per raccontare la sua versione dei fatti e ribadire la vicinanza al produttore di fiction come Il bello delle donne, Pupetta e Il peccato e la vergogna: "Non volevo parlare ma non posso più stare zitta"

di Francesco Canino

Manuela Arcuri scende in campo per difende a spada tratta Alberto Tarallo. Mentre Mediaset ha deciso di silenziare l’Ares-Gate dopo la diffida del produttore arrivata alla vigilia della puntata di venerdì scorso del Grande Fratello Vip, si aggiunge un tassello importante e inatteso allo scandalo innescato dalle rivelazioni fatte durante il reality da Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, che hanno parlato di un ambiente lavorativo estremamente pesante da sopportare.

Mentre alcuni dei personaggi della “scuderia Ares”, a cominciare da Nancy Brilli e Giuliana De Sio, hanno preso da subito le distanze da Tarallo, la Arcuri ha infatti scelto Dagospia per raccontare la sua versione dei fatti e ribadire la vicinanza al produttore di fiction come Il bello delle donne, Pupetta e Il peccato e la vergogna. “Trovo assurdo quello che sta succedendo, non volevo parlare ma non posso più stare zitta”, sbotta nell’intervista, durante la quale dà la sua versione dei fatti e smentisce il ‘teorema’ sulla presunta setta. “Una setta? Hanno detto cose pesantissime. Le ripeto, sono senza parole”, replica l’attrice, spiegando che non le è mai stato chiesto né di mentire sull’età né di inscenare presunti flirt (rivelando per altro di aver avuto in passato un flirt con Gabriel Garko), e smentisce pure le voci su presunte pressioni psicologiche. “Al massimo mi davano dei consigli, come può fare qualsiasi persona con cui lavori e cerca di proteggerti. Alberto è sempre stato un uomo molto protettivo, ti voleva aiutare sotto tutti questi aspetti. Non ha mai puntato una pistola alla tempia a nessuno“.

L’attrice difende Tarallo che, secondo lei, sta subendo una gogna mediatica: “Lo difendo, non si fa così. Non si gioca con la vita delle persone. Mi sembra più di una gogna. Qui non parliamo di un matrimonio inventato, qua si gioca con la vita della gente”. Poi interviene anche sulla morte di Teodosio Losito, l’8 gennaio del 2019, che Del Vesco aveva esplicitamente definito “un caso di istigazione al suicidio”. “Parliamo di un grande produttore – commenta la Arcuri – di una tragedia che è successa un anno e mezzo fa, una cosa delicatissima. Al funerale di Teodosio c’erano tutti. Piangevano, capisce”, racconta a Dagospia. “Lavorativamente parlando sono stati gli anni più belli della mia vita. Alberto Tarallo mi garantiva quasi due fiction l’anno da protagonista, di storie belle che mi hanno messo alla prova e mi hanno fatto crescere come attrice. Mi hanno insegnato tanto. È stato generoso, un grande cuore. Alberto si preoccupava di farti studiare l’inglese, a sue spese sue, di farti studiare recitazione, si metteva con te a leggere il copione. Teo, il perno della sua vita, scriveva ma lui produceva e gli attori li trattava come figli. Questo sarebbe Lucifero?”, aggiunge, citando il soprannome con cui era stato identificato durante le rivelazioni in tv. Poi la stoccata amara sul finale: “Finché c’era il lavoro era tutto rose e fiori, c’erano i soldi. Crollato lui è facile voltargli le spalle”.

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