“Mia figlia ha dimenticato a casa l’astuccio e le maestre non le hanno dato neanche una matita per scrivere. Ha trascorso quattro ore a guardare i compagni”. A denunciare questa situazione è una mamma. Non l’unica. In tante scuole i dirigenti scolastici hanno dato un’indicazione precisa: nessuno scambio di materiale tra compagni e nemmeno tra maestri e bambini. In molti regolamenti compaiono raccomandazioni simili a questa: “Agli studenti non è consentito lo scambio di materiale didattico (libri, quaderni, penne, matite, attrezzature da disegno) né di altri effetti personali (denaro, dispositivi elettronici, accessori di abbigliamento, etc.) durante tutta la loro permanenza a scuola. Pertanto è necessario che valutino attentamente quali materiali didattici, dispositivi elettronici e altri effetti personali portare giornalmente a scuola”. E se i capi d’istituto decidono, i docenti eseguono. Ma qual è il rischio di infettarsi passandosi una penna o un foglio di carta? È lasciato ai singoli presidi decidere su questa partita?

Cosa dicono i documenti – Nei verbali del Comitato tecnico scientifico, nel Piano Scuola, nel Protocollo di sicurezza firmato dal ministero e dal sindacato non c’è alcun riferimento esplicito alla questione del materiale didattico e del suo eventuale scambio. L’unica indicazione è per il nido e la scuola dell’infanzia dove si chiede di “sottoporre a regolare detergenza le superfici e gli oggetti (inclusi giocattoli, attrezzi da palestra e laboratorio, utensili vari…) destinati all’uso dei bambini”.

Cosa dice il ministero dell’Istruzione – Di fronte a numerose segnalazioni da parte delle scuole in merito alla questione del materiale didattico il ministero ha deciso di chiedere dei chiarimenti al Comitato tecnico scientifico. “Nel frattempo – fanno sapere dagli uffici di viale Trastevere – valgono le disposizioni generali relative all’igiene ovvero lavare le mani prima di toccare i materiali”.

Cosa dice l’immunologa – “È ovvio che non possiamo pensare di avere il cestino dei pennarelli comuni, ma ciò non significa che una maestra non possa correggere un compito o che non si possano usare i fogli di carta o ancora non si possa passare una matita. Basta igienizzarsi le mani e si può tranquillamente fare. Il rischio di contagio attraverso gli oggetti è bassissimo”.

A parlare è Antonella Viola, immunologa di fama mondiale, docente di patologia generale presso l’Università di Padova e direttore scientifico dell’Istituto di ricerca pediatrica “Città della Speranza”. Nei giorni scorsi Viola era già intervenuta sulla questione con un post su Facebook: “Sto sentendo di procedure assurde per sanificare quaderni, compiti, libri, matite e pennarelli. La procedura è semplice: lavatevi le mani! Tutto il resto è aria fritta“.

Ora, interpellata da ilfattoquotidiano.it è ancora più dettagliata: “Siamo andati tutti a votare e abbiamo dato nelle mani delle persone la nostra tessera elettorale e la carta d’identità; abbiamo preso dalle loro mani la scheda elettorale. Andiamo in giro e tocchiamo i soldi ma nessuno ha pensato di disinfettarli o metterli in una busta di plastica. Pensi alla cassiere: sarebbero tutte malate. Il rischio di contagio attraverso gli oggetti è bassissimo. Non ci sono casi di focolai dovuti al fatto che tutti hanno toccato la stessa matita. Ovvio che non devo prendere la matita e metterla in bocca e poi passarla ad un compagno”.

L’immunologa ricorda che “il meccanismo di contagio avviene principalmente attraverso le goccioline. La maestra se vuole essere scrupolosa si disinfetta le mani prima e dopo aver toccato l’oggetto del bambino. È assurda anche la questione di far decantare le verifiche: vale la stessa cosa per i soldi? Il resto che ci dà la cassiera lo facciamo decantare? Non complichiamo la vita agli insegnanti e alle famiglie. Le tre regole importanti sono: la mascherina, il distanziamento e la disinfezione delle mani”.

Cosa dice il dirigente Alfonso D’Ambrosio, il preside della scuola di Vo’ dove il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato l’anno scolastico, è tra quei capi d’istituto che non ha messo nel regolamento alcun divieto di scambio del materiale didattico. “Il problema non sussiste. I regolamenti di alcune scuole – spiega D’Ambrosio – non trovano riscontro nei documenti del ministero e del Cts cui facciamo riferimento. Non dobbiamo essere ossessionati dalla sicurezza. Basta seguire una regola generale: prima di toccare materiali ci si igienizza le mani”. Il preside di Vo’ non risparmia una battuta sui colleghi: “Ci son dirigenti che si credono più esperti di un’immunologa”.

Cosa dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi – A difendere a spada tratta i colleghi che hanno emanato regolamenti particolarmente restrittivi sulla questione del materiale didattico è Antonello Giannelli, presidente dell’Anp. “È sensato che di questa questione se ne occupino le singole scuole. Si tratta di misure di sicurezza ulteriori che devono essere ispirate al buon senso. Ho saputo di scuole dell’infanzia che hanno predisposto penne e matite per ogni bambino affinché non se lo scambino. Il rischio è che un bambino positivo possa contagiare un compagno attraverso la matita. In linea di principio è bene usare qualche regola di prudenza”.

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