Sono 17 le candidature presentate fino alla mezzanotte di ieri per il nuovo consiglio di amministrazione della Banca popolare di Bari in vista dell’assemblea del 15 ottobre, che sancirà il ritorno a una gestione ordinaria dopo il commissariamento. Sette fanno parte della lista presentata da Mediocredito Centrale, che possiede il 97% della banca, e sono coloro che con ogni probabilità saranno i futuri amministratori dell’istituto di credito. Sono l’ex capo della Polizia e presidente di Leonardo Giovanni De Gennaro nel ruolo di presidente, l’ex vice dg di Mps Giampiero Bergami, già direttore generale e futuro amministratore delegato, Elena De Gennaro, chief financial officer di Mediocredito, la docente universitaria Paola Girdinio e i tre avvocati pugliesi Cinzia Capano, Roberto Fusco e Bartolomeo Cozzoli.

Capano, già deputata Pd e assessore del Comune di Bari in una giunta Emiliano, sarebbe la candidata indicata in vista dell’ingresso della Regione nel capitale della banca. Il governatore rieletto da pochi giorni ha annunciato un investimento da 60 milioni in quote della banca, con cui la Regione si assicurerebbe una partecipazione pari al 3-4%. Cozzoli è invece un consigliere del ministro Francesco Boccia. Gli altri dieci candidati sono stati proposti in due liste minori, presentate da due soci. La prima, depositata da Giuseppe e Alessandra Carrieri, candida Domenico di Paola (presidente), Giuseppe Carrieri, Vittoria Giustiniani, Annamaria Bonomo e Umberto Ruggiero. La seconda proposta è opera di Ada Meterangelis e candida Pasquale Pilla (presidente), Matteo D’Auria, Mario De Bellis, Floriana Fortunato e Adele Ferraro.

Lunedì mattina si sono aperte le operazioni di voto telematico da parte dei 69mila azionisti, come già avvenuto in occasione dell’assemblea di giugno per la trasformazione in Spa. Si potrà votare fino al 13 ottobre, due giorni prima dell’assemblea già convocata per il 15 ottobre. In quella data cesserà formalmente l’amministrazione straordinaria e i commissari riconsegneranno l’azienda alla nuova amministrazione eletta.

La banca è ora in sicurezza grazie all’iniezione di capitale di 1,6 miliardi di Fitd e Mcc ma per i prossimi due anni anche il piano industriale prevede perdite prima di un ritorno all’utile. In ogni caso si tratta di previsioni che non tengono conto degli effetti negativi del Covid. Questi colpiranno il patrimonio attraverso le perdite sui crediti che fatalmente arriveranno per l’istituto e per tutto il comparto. Davanti alla Commissione d’inchiesta sulle banche i due amministratori straordinari Enrico Ajello e Antonio Blandini hanno ammesso che il nuovo azionista pubblico Mcc potrebbe dover affrontare nuove perdite quando insedierà il nuovo cda.

Intanto il 26 settembre si è chiuso a quota 2.900 il numero delle parti, tra azionisti, associazioni, enti e sindacati, rappresentate da oltre 260 avvocati, che hanno chiesto di costituirsi parti civili nel processo sul crac della Banca popolare nell’aula bunker di Bitonto. La sede definitiva dove si celebrerà il processo è la Fiera del Levante di Bari. Sono imputati gli ex amministratori Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore dell’istituto di credito. Nei loro confronti la Procura di Bari, il procuratore facente funzione Roberto Rossi e i sostituti Federico Perrone Capano e Savina Toscani, ipotizzano i reati di falso in bilancio, falso in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Autostrade, viceministro Cancelleri: “Da Atlantia atteggiamento ricattatorio, o rispetta impegni su manleva o sarà revoca”

next