“Eh la madonna!”, verrebbe da esclamare (rigorosamente con una intonazione alla Renato Pozzetto) leggendo la notizia. Il Codacons colpisce ancora: ha denunciato una volta di più Chiara Ferragni e stavolta nientemeno che per blasfemia. Intendiamoci, gli “influencer” stanno sulle palle a molta gente (e mi ci metto anch’io) per la loro stessa esistenza: è inaccettabile che le nuove generazioni oggi abbiano talmente poche idee in testa da aver bisogno di suggeritori. Ed è per questo che è nata questa nuova “figura professionale”.
Ma veniamo ai fatti: un’intervista alla dolce metà di Fedez su Vanity Fair è stata corredata da un’immagine in cui il viso della “Madonna con bambino”, dipinta da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, è stato sostituito con quello della Ferragni. Un’immagine che secondo il Codacons “sfrutterebbe” la figura della Madonna e la religione a scopo commerciale, “essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria macchina da soldi finalizzata a vendere prodotti, sponsorizzare marchi commerciali e indurre i suoi follower all’acquisto di questo o quel bene”. Dunque secondo questo ragionamento i giovani, vedendo la Madonna impersonata dalla Ferragni, andrebbero ancora più volentieri a comprare i beni sponsorizzati dalla medesima? Oppure la denuncia ha come oggetto l’accostamento fra la Beata Vergine e il denaro “sterco del demonio” qui rappresentato dalla influencer “macchina da soldi”?
Stavolta il Codacons rischia di coprirsi di ridicolo. Prima di tutto perché non è affatto sicuro che l’idea di quel fotomontaggio sia della Ferragni ma casomai del direttore di Vanity Fair, e la Ferragni al massimo avrebbe accettato l’idea. In secondo luogo, perché se fosse blasfemia questa, dovrebbero essere censurati centinaia e centinaia di fotomontaggi (di satira e non) che compaiono quotidianamente sulla stampa e in Internet. Non ultima, l’immagine con cui nei social si usa spesso esprimere senza parole il proprio disappunto: un’orca che balza fuori improvvisamente dalle onde ed ha la testa della Madonna.
A parte tutto, vorremmo sapere anche noi, come FanPage, a nome di chi il Codacons denunci Chiara Ferragni. E soprattutto quali consumatori ritiene di difendere con un procedimento simile. Perché qui c’è un esposto indirizzato a Papa Francesco, alla procura della Repubblica e al ministro Franceschini per “uso illecito di immagini religiose”. Ed è veramente difficile immaginare che dietro al Codacons ci siano interi comitati di genitori inviperiti e sull’orlo di una crisi di nervi per il cattivo esempio che la Ferragni darebbe ai loro figli. Se fossero stati dei buoni genitori la Ferragni (come tutti gli altri influencer) non esisterebbe nemmeno. È come se improbabili comitati di madri e di padri si riunissero per denunciare Harley Quinn o Spiderman perché migliaia di giovani si travestono come loro nei raduni di cosplay.
Ma che reato è la blasfemia? Come fa notare l’UAAR, “I recenti interventi della Corte Costituzionale, del Parlamento e del Governo non hanno risolto l’assurdità di una tutela legale della bestemmia. Oltre a essere diventata, in alcuni casi, quasi un intercalare, va riaffermato con forza che la bestemmia, al giorno d’oggi, non rappresenta altro che la tutela giuridica di “persone” la cui esistenza è indimostrabile. Nel 2014, persino dall’Onu sono emerse richieste di abrogare ogni legislazione anti-blasfemia. L’Irlanda, un paese molto più «cattolico» dell’Italia, l’ha fatto nel 2018 con un referendum, vinto con oltre il 70% dei voti”.
Che delusione. Eravamo abituati ad un altro Codacons, sempre in prima linea sulle battaglie che contano veramente, laiche e di diritto, sulle grandi ingiustizie sociali. Un’Associazione gloriosa a irriducibile difesa dei diritti dei consumatori e dei cittadini, capace di mettere al muro l’Enel e Telecom Italia sulle bollette e poi di vincere. Capace di idee creative geniali per contrastare i soprusi della burocrazia, i disservizi dello Stato, le insidie delle leggi fatte male dalla politica.
In mancanza forse di idee forti, questo nuovo Codacons, sembra volersi adeguare ai tempi e rincorrere i trend pur di mantenere la propria visibilità. Vorremmo essere smentiti ma ad avvalorare l’idea che si faccia tutto pur di restare sotto la luce dei riflettori (o di restarci il più possibile) c’è una pagina nel sito del Codacons con una lunga rassegna stampa sulla denuncia che esibisce una sfilza di articoli sul caso quasi fossero medaglie al valore.
È un andazzo generale che sta facendo scivolare tutto il Paese in una parabola discendente verso l’insensatezza. Dal canto suo, la Ferragni, sul Sole 24 Ore, si è difesa dicendo: “Mi tacciano di essere un modello sbagliato”. Come dire, “Non è colpa mia se migliaia di giovani mi hanno scelta come modello”. E anche questo è vero. È colpa loro. Secondo la logica, quindi, il Codacons avrebbe dovuto denunciare i follower, anziché la Ferragni. Perché così facendo non può che ottenere il risultato opposto, quello di rafforzare la loro fede nella “Madonna”.