A partire da metà ottobre, Immuni ci avvertirà se siamo entrati in contatto con un caso Covid anche al di fuori dell’Italia. Stando a quanto apprende l’Ansa da alti funzionari della Commissione Ue, all’inizio la funzione sarà attiva in Germania e Irlanda, poi toccherà agli altri Paesi europei. Come? L’applicazione riuscirà a “parlare” con tutte le app gemelle sviluppate da ciascun membro dell’Unione. I tecnici la chiamano “interoperabilità“: Bruxelles sollecitò tutti gli Stati a tenerla in considerazione quando, in piena emergenza sanitaria, si iniziò a parlare della possibilità di sviluppare un sistema del genere per combattere la diffusione del coronavirus nel continente. E proprio questo è stato uno dei motivi che ha ritardato il debutto di Immuni, avvenuto nel giugno scorso a più di un mese dalla fine del lockdown.
La tecnologia che ne permetterà il funzionamento oltreconfine si chiama Gateway. Gli utenti non dovranno fare alcuna nuova installazione, basterà andare all’estero e Immuni continuerà a funzionare proprio come in Italia. Attualmente sono 15 i Paesi dell’Unione che hanno deciso di puntare sull’utilizzo di queste applicazioni per smartphone per contenere i contagi: si tratta di Italia, Austria, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Malta, Olanda, Spagna, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca. Altri tre Paesi (Belgio, Cipro e Lituania) si aggiungeranno nei prossimi giorni, ma la Commissione insiste affinché tutta l’Unione sia coperta dal servizio, a patto di garantire la protezione dei dati personali.
La media dei download in tutto il continente è pari al 10%, mentre in Italia è leggermente più alta. Stando agli ultimi dati, sono 6,4 milioni i cittadini che l’hanno scaricata, pari al 17% degli smartphone che sono in circolazione nel nostro Paese. Dal calcolo sono esclusi i minori di 14 anni (pari al 12% della popolazione residente).