-“Dopo la forte contrazione registrata tra aprile e giugno”, il Prodotto interno lordo dell’area euro e gli altri aggregati economici registreranno “una ripresa nel terzo trimestre del 2020”. Così ‘l’Euro zone economic outlook’, la pubblicazione elaborata congiuntamente dall’Istituto di studi e previsione economica tedesco (Ifo), dall’Istituto nazionale di statistica italiano (Istat) e dall’Istituto svizzero (Kof). Dopo il crollo di aprile-giugno (-11,8% nell’area euro, – 12,8% in Italia) il Pil è atteso in crescita dell’8,2% tra luglio e settembre e del 2,2% negli ultimi tre mesi dell’anno. In particolare nel terzo trimestre i consumi provati dovrebbero segnare un + 9,2%. L’inflazione rimarrà bassa, i prezzi lambiscono uno scenario deflazionistico che rimarrà presente almeno fino al prossimo aprile. “Le previsioni sono caratterizzate da elevata incertezza, con rischi sia al rialzo sia al ribasso strettamente condizionati – viene sottolineato nello studio – dall’efficacia delle politiche economiche nei vari paesi dell’Eurozona e dall’evoluzione della pandemia”.
Ieri la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, ascoltata dalla commissione economica del Parlamento Ue, ha descritto a sua volta una situazione di forte incertezza. “L’impatto del Coronavirus si sente ancora nella zona euro, le imprese hanno difficoltà, le persone perdono il posto, le prospettive sul futuro restano incerte”, e “la ripresa resta incerta, incompleta e non equilibrata”: ha detto la presidente della Bce I consumatori hanno ripreso a spendere ma “restano cauti per l’ansia sul loro lavoro e le prospettive sui salari”, e l’incertezza pesa anche sui piani di investimento delle imprese, ha poi aggiunto.Le ultime proiezioni della Bce, ha ricordato Lagarde, prevedono una crescita annua del Pil del -8% nel 2020, 5% nel 2021 e 3,2% nel 2022. “Il Pil dell’area dell’euro dovrebbe riprendersi ai livelli pre-crisi solo alla fine del 2022″.
A settembre intanto è proseguita la ripresa del sentimento economico nell’Eurozona e nell’Ue, sebbene a velocità inferiore rispetto ai mesi precedenti, facendo registrare aumenti rispettivamente di 3,6 e 3,4 punti. Gli aumenti più significativi si sono registrati in Italia (+8,4), Francia (+5,8), Paesi Bassi (+2,1), Spagna (+1,6) e Germania (+1,2). Va detto che la raccolta di questi dati generalmente si effettua nella prima parte del mese, non incorpora quindi gli effetti delle ultime, non buone, notizie sugli andamenti dei contagi