Nuove restrizioni nel Nord dell’Inghilterra, investita da un’ondata di nuovi casi che preoccupa il governo e mette a dura prova la tenuta del sistema sanitario: da domani sarà vietato legalmente qualunque raduno privato e non lavorativo fra persone che non vivano nella stessa casa, con multe rafforzate in caso di violazioni. Ma quello che ha più colpito i cronisti è stata la gaffe del premier britannico Boris Johnson, che per spiegarla ha fatto riferimento a un’altra norma in vigore nel Paese, la cosiddetta regola dei sei: nel resto dell’Inghilterra sono invece possibili incontri fino a un massimo di 6 persone anche se non abitano insieme.
Le due leggi prevedono cose opposte: mentre nel Paese ci si può incontrare tra amici, colleghi o conoscenti (ma in un numero ristretto) nelle regioni del Nord-Est, dove la situazione è generalmente più critica, si possono vedere solo le persone con cui si vive già. Esattamente come in Italia nella fase più rigida del lockdown. Un errore tale da mettere in imbarazzo altri membri del governo, non più in grado di chiarire se le regole valide da domani per le contee interessate fossero quelle indicate nelle linee guida scritte dal governo o quelle evocate nelle parole del premier. Finché non è arrivata la precisazione via Twitter: “Ho detto una cosa sbagliata, mi scuso – ha scritto il premier in un tweet – le nuove regole indicano che non ci si può incontrare fra persone di nuclei differenti per qualsivoglia riunione sociale al chiuso, inclusi i pub, i ristoranti e le vostre case. E che non ci si deve riunire con altri nuclei familiari neppure all’aperto”.
Il chiarimento elimina i dubbi, ma rilancia le accuse di pressapochismo nei confronti di Johnson: l’opposizione laburista di Keir Starmer coglie la palla al balzo per imputargli “grossolana incompetenza”. Una deputata locale del Labour, Kate Osborne, va anche oltre: bollando la gaffe come “una vergogna” e additando Johnson come un primo ministro “inadeguato” che “non conosce le regole” fissate dal suo stesso governo.