Alberto Cirio come Aldo Moro. È questo, in sintesi, il messaggio contenuto in un volantino comparso oggi a Torino, nella zona del centro sociale Askatasuna, che ritrae il governatore del Piemonte nella famosa, drammatica, posa dell’ex leader della Democrazia Cristiana dopo il rapimento ad opera delle Brigate Rosse, con la bandiera stellata simbolo della formazione terroristica alle spalle. Sotto l’immagine la scritta “I cosplayer che vogliamo”, in riferimento ai fan mascherati solitamente da protagonisti delle serie manga e fantascienza. Sul fatto sta già indagando la Digos.
In parallelo, la polizia torinese sta svolgendo accertamenti anche su alcuni manifesti apparsi in mattinata intorno al palazzo di giustizia diffusi da membri di un sedicente Nuovo Pci, con accuse a organi istituzionali di far parte della “mafia del Tav”. “Nuovo Pci, la mafia del Tav siede in prefettura, questura e tribunale: smascheriamo i membri della cupola! Accusiamo gli accusatori!”, si legge.
Immediata la solidarietà a Cirio da parte dei colleghi di Forza Italia, con Mariastella Gelmini, capogruppo del partito alla Camera, che in una nota parla del governatore come di una “vittima di una spregevole e indegna intimidazione. La politica è dibattito, dissenso, confronto anche acceso, ma non può mai scadere in azioni indecenti e minacciose come quella di Torino. Forza Alberto, avanti, con più convinzione di prima”.
Anche dal Partito Democratico, con il deputato Enrico Borghi, è arrivato un messaggio di sostegno: “Il volantino che ritrae Alberto Cirio come Aldo Moro durante la sua prigionia nelle mani delle Brigate Rosse è ignobile e frutto di un atto che lascia sgomenti. Desidero esprimere la più ferma condanna degli autori e la vicinanza dei deputati democratici al presidente della Regione Piemonte, insieme all’auspicio che le forze inquirenti e di polizia facciano al più presto luce su questa vicenda”.
“Piena solidarietà di Fratelli d’Italia al governatore del Piemonte Alberto Cirio. Lo spregevole volantino intimidatorio trovato, guarda caso, nei pressi del centro sociale Askatasuna dimostra come ancora oggi il clima di odio violenza degli anni di piombo si annidi in alcuni ambienti che arrivano ad usare un omicidio per minacciare le istituzioni. Mi auguro che gli inquirenti facciano tempestivamente luce sul caso e che i responsabili siano individuati e puniti perché questa gente è indegna dell’Italia e del popolo italiano”, ha dichiarato invece Giorgia Meloni.