La dichiarazione odierna della presidente della Bce, Christine Lagarde, secondo cui l’obiettivo fondamentale della Bce di avere l’inflazione vicina ma sotto al 2% è di un’altra fase e che quindi oggi si può modificare l’obiettivo di inflazione – cioè tenerla più alta – è una notizia importante.

L’inflazione sotto al 2% è stata considerata una vera e propria bibbia in questi anni, sia per le idiosincrasie delle classi dirigenti tedesche nei confronti dell’inflazione, sia perché la distruzione del ruolo del sindacato e del welfare è passato in buona misura per una politica monetaria restrittiva.

Adesso la Lagarde, mostrando tutta la duttilità delle classi dominanti – che ti bombardano di propaganda dicendo che una cosa è obbligatoriamente e poi, quando non gli conviene più, ti dicono che si può fare tutto diverso… – ci dice che è possibile un cambio.

Io penso che questa mossa faccia parte della costruzione di una vera e propria governance europea che è stata posta in essere a seguito del Covid su iniziativa di Merkel e Macron. Le classi dirigenti europee, di fronte alla crisi della globalizzazione, hanno scelto di agire in quanto tali, con una ottica europea. Questo perché la Germania non può più fare da sola ma è obbligata a valorizzare il mercato europeo – che assorbe larga parte delle sue esportazioni – non potendo più contare come prima sul mercato mondiale.

Si tratta di un cambio rilevante e a mio parere sono sbagliate tanto le analisi che tendono a dire che non è cambiato nulla, tanto quelle che scambiano questa modifica per una svolta a sinistra.
Non c’è nessuna svolta a sinistra. Semplicemente, nell’aggregazione del capitalismo per macroaree regionali che fa seguito alla crisi della globalizzazione, le classi dirigenti europee stanno cominciando ad agire come tali, in una logica capitalistica di rafforzamento del capitale europeo sullo scacchiere mondiale.

Nel nuovo scenario si aprono spazi di iniziativa per la sinistra e il movimento operaio? Sì, ma bisogna usarli e non rimanere imbambolati a guardare cosa fanno quelli che ci governano. Visto che adesso dicono anche loro che i soldi ci sono, bisogna aprire una battaglia per usarli per le cose buone e non per le cose sbagliate. Non bisogna usarle per le grandi opere inutili o dannose o per darli a pioggia agli industriali.

Bisogna usarli per fare quota 100 davvero, per fare un vero reddito di cittadinanza, per bloccare licenziamenti e sfratti fino alla fine del 2021, per potenziare la sanità e l’istruzione pubblica, per fare una vera riconversione ambientale dell’economia e delle produzioni, per costruire attorno a questo un nuovo intervento pubblico.

Se i soldi ci sono e la Bce pensa di fluidificare ulteriormente la situazione cercando tassi di inflazione più alti, bisogna uscire dalla fase difensiva in cui si lottava contro i tagli e aprire una fase offensiva in cui si dica la nostra su come spendere i soldi. Altrimenti se li papperanno tutti i padroni, i ricchi e le banche.

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