Sia il presidente della Lombardia che il suo legale avevano già definito "troppo invasivo" il blitz con cui una settimana fa all’alba le Fiamme gialle, su ordine della procura di Pavia, avevano acquisito le chat e i messaggi sul cellulare
“Siamo convinti che vi siano state, nelle modalità di ricerca sui telefoni, violazioni di carattere costituzionale e di principi stabiliti dalla Cassazione”. L’avvocato Jacopo Pensa, difensore di Attilio Fontana, spiega cosi il ricorso al Tribunale del Riesame di Pavia contro l’operazione di acquisizione della Guardia di Finanza di Pavia, disposta dalla Procura pavese nell’inchiesta sul caso Diasorin-San Matteo, con cui è stata effettuata copia forense dei contenuti e, in particolare della messaggistica, dei telefoni dei tre del governatore, dell’assessore al Welfare Giulio Gallera e della responsabile della segreteria della presidenza regionale, Giulia Martinelli, e di altre persone. Al Riesame hanno presentato ricorso anche le difese degli altri. I ricorsi al Riesame di Pavia sono stati depositati ieri dalle difese. Sia Fontana che il suo legale avevano già definito “troppo invasivo” il blitz con cui una settimana fa all’alba le Fiamme gialle avevano acquisito le chat e i messaggi sul cellulare.
Il legale aveva fin da subito contestato l’operazione in quanto è stato copiato tutto il contenuto, anche quello riservato o legato a rapporti istituzionali o personali, in un’inchiesta in cui non Fontana non è indagato. La Procura pavese aveva precisato che l’attività di ricerca sui telefoni rimarrà circoscritta ai temi dell’indagine.
“È assolutamente doveroso – ha chiarito l’avvocato Pensa – che ci sia un vaglio giurisdizionale e per questo lo abbiamo richiesto“. Il giorno dopo le acquisizioni si era mossa anche la Procura di Milano, anche se in modo diverso. Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, infatti, nell’inchiesta sul ‘caso camici’ che vede il governatore indagato, ha preso i cellulari di Fontana e altre persone, tra cui sempre Martinelli e gli assessori Cattaneo e Caparini, per fare la copia forense, in base ad una serie di parole chiave, di sms e whatsapp. Una ricerca, dunque, mirata e selettiva per cui è stato conferito incarico ad un perito con accertamento tecnico irripetibile e alla presenza di legali e consulenti delle difese. Contro questa operazione non è stato fatto ricorso al Riesame da parte del governatore. L’inchiesta della Procura di Pavia, che vede indagate 8 persone ma non Fontana, vede al centro, invece, l’accordo tra la multinazionale Diasorin e il Policlinico San Matteo per lo sviluppo dei test sierologici e molecolari per la diagnosi del Covid.