“Volevo farli a pezzi e bollirli, farli sparire. Erano felici, dovevo ucciderli”. Così ha detto agli inquirenti che lo stavano interrogando Antonio De Marco, 21 anni, confessando l’omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, 33 e 30 anni. Come riferisce il Nuovo Quotidiano di Puglia, dall’interrogatorio sostenuto nella notte di martedì emergono ulteriori dettagli sulla follia omicida che avrebbe spinto il giovane di Casarano ad architettare nei minimi dettagli l’uccisione della coppia “per un mero compiacimento sadico“. De Marco voleva cancellare ogni traccia, eliminarle con spray e candeggina, poi fare sparire i corpi di Daniele e di Eleonora facendoli a pezzi e sciogliendoli nell’acqua bollente e nella soda.
Una premeditazione di cui gli inquirenti hanno trovato conferma nei cinque foglietti di appunti che ha perso quando verso le 20.54 della sera del 21 settembre ha attraversato l’ingresso del condominio per guadagnare la fuga impugnando ancora il coltello con cui aveva inferto 60 colpi ai corpi dei due fidanzati. Il piano prevedeva di immobilizzare i due ragazzi sotto la minaccia del coltello, per poi bloccarli con le fascette di elettricista, ucciderli e accanirsi sui loro corpi. Ma qualcosa è andato storto: Daniele ha reagito, c’è stata una colluttazione e De Marco non ha potuto portare a termine quando aveva progettato per mesi, anzi, è scappato lasciando dietro di sé numerose tracce.
“La sproporzione tra la motivazione del gesto e l’azione delittuosa è ulteriore elemento tale da fare ritenere che quest’ultima sia stata perpetrata per mero compiacimento sadico nel provocare, con le predette modalità, la morte della giovane coppia”, scrive il sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini nel decreto di fermo redatto con il procuratore capo Leonardo Leone de Castris e dagli aggiunti Elsa Valeria Mignone e Guglielmi Cataldi. “Non si spiega se non nella direzione, l’azione in un contesto di macabra ritualità la presenza di oggetti non necessari per provocare la morte della giovane coppia (striscette, soda, etc…). A tale riguardo giova altresì evidenziare come sul copricapo sia stata disegnata con un pennarello nero una bocca, quando ciò non risultava necessario nell’economia e consumazione del reato”.