di Giacomo Manini
Il caso Napoli-Genoa ha rotto la già manchevole bolla della Serie A. Dopo aver isolato i 2 calciatori positivi, si è comunque disputata la partita. Il Napoli ha vinto 6-0 e successivamente è arrivata la notizia della positività di ben 14 tesserati genoani. In attesa dei tamponi del Napoli non si sa se le due squadre dovranno o meno scendere in campo nel prossimo turno.
Il protocollo non prevede il rinvio del match in caso di contagiati isolati, bensì vengono considerati come infortunati; infatti il Milan ad esempio ha giocato senza Ibrahimovic e Duarte positivi al Covid-19. Rinviare o meno è una scelta delicata e cruciale per il proseguo della stagione, il punto però è: com’è possibile che il protocollo non avesse previsto questa eventualità? In tempo di crisi chi decide deve dare una direzione inequivocabile e rapida.
Lo storico e professore Alessandro Barbero in una lezione su Napoleone spiega come “il generale capace non è quello che non sbaglia strategie e tattiche, ma è quello che in situazioni critiche prende decisioni accettabili in poco tempo e le fa digerire al suo esercito facendolo virare come un corpo unico”. In questo caso è mancato sia il generale sia il coraggio di assumersi la responsabilità, dunque si è preferito aspettare per decidere. Con un piccolo problema: aspettare costa parecchio e si scontentano più persone in corsa che a monte, quando invece ci si può organizzare.
La Nba è, come spesso accade, un esempio virtuoso citato a sproposito perché va contestualizzato. I play-off, la stagione già inoltrata, la dimensione della competizione, le strutture governative più snelle sono stati sicuramente dei fattori importanti, non di meno avere delle strutture dove costituire la bubble è stato qualcosa di altrettanto determinante.
Il calcio italiano e quello europeo devono coesistere non avendo strutture e leggi uguali. Si doveva ripartire dopo? Non si poteva e non sarebbe cambiato nulla. È un problema solo italiano? No, eppure c’è chi ha lavorato meglio.
Esiste un protocollo in grado di risolvere qualsiasi problema? Assolutamente no, ma sapere cosa fare in caso di numerosi contagiati doveva essere tra i primi nodi sciolti dal protocollo e invece la Serie A ha nuovamente colto un’occasione per mostrare la sua farraginosa organizzazione, considerando il fatto che non c’è alternativa alla gestione del fenomeno non potendo far affidamento su strutture (vedi Disneyland in Florida) e fondi in stile bolla Nba.