"Questo lavoro rappresenta il primo trial clinico randomizzato sull'idrossiclorochina per persone a rischio e ancora negative al Covid-19 - afferma l’autore del lavoro Benjamin Abella - e sicuramente avrà un impatto sulle altre sperimentazioni"
Dall’inizio della pandemia è stata uno dei farmaci più discussi e studiati nella lotta contro il coronavirus, tra studi ritirati e controversie. Ma secondo una nuova ricerca, l’idrossiclorochina non sarebbe più efficace di un placebo in termini di effetti protettivi dal Covid-19. Questa è la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dall’Università della Pennsylvania e pubblicato dalla rivista JAMA Internal Medicine: una ricerca unica nel suo genere, che ha coinvolto 125 individui tra medici, infermieri e altri operatori sanitari a contatto con pazienti Covid.
Sull’idrossiclorochina – citata anche dal presidente americano Trump – sono in corso diversi trial: si tratta di un farmaco già in uso per molte altre indicazioni cliniche. Tuttavia finora mancavano risultati chiari su un eventuale effetto protettivo dal coronavirus. Nel lavoro dei ricercatori della Pennsylvania la metà del personale sanitario esaminato ha assunto il farmaco ogni giorno per otto settimane, l’altra metà ha assunto un placebo: si tratta di uno studio definito in ‘doppio cieco‘, in cui quindi nessuno sapeva chi assumesse il medicinale e chi il placebo. Tutti sono stati testati per l’infezione prima dello studio e più volte durante e alla fine di esso.
I tassi di infezione da coronavirus sono risultati del tutto simili nei due gruppi alla fine dello studio: circa il 6% è risultato positivo al virus in entrambi i gruppi. Quindi l’idrossiclorochina non ha mostrato effetti protettivi. “Questo lavoro rappresenta il primo trial clinico randomizzato sull’idrossiclorochina per persone a rischio e ancora negative al Covid-19 – afferma l’autore del lavoro Benjamin Abella – e sicuramente avrà un impatto sulle sperimentazioni attualmente in fieri o pianificate con questo farmaco.